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Cavani: «A Napoli si avverte la rivalsa verso il nord»

Era pomeriggio a Montevideo, notte a NapoliCavani nella sua stanza dell’Holiday Inn Resort a Castevolturno, in collegamento con una tv di Montevideo attraverso Skype. Venti minuti in diretta al programma «Contactenos», i colloqui tra telespettatori e personaggi noti, martedì sera, alla vigilia della partita di coppa Italia contro l’Inter. Cavani, dopo aver ascoltato la canzone dedicata a lui di un tifoso napoletano («Lo conosco, è venuto anche a una mia festa di compleanno: sono straordinari questi omaggi»), ha lanciato due messaggi importanti.

Il primo per la Celeste, la nazionale con cui si è classificato al quarto posto ai Mondiali 2010 e ha vinto la Coppa America 2011. «Ho massimo rispetto per tutti i compagni, in particolare i più importanti. Mi farebbe piacere, però, un giorno poter essere il capitano della squadra: chi non sogna di diventare il leader?». Poi, Napoli, il grande amore, una confessione fatta a poche ore dalla partitissima contro l’Inter, quella che sarebbe stata decisa da due gol di Cavani, diciassettesimo e diciottesimo in questa stagione cominciata dal Matador sulla falsariga della precedente.

«I tifosi sono straordinari, vivono i risultati della squadra come una forma di rivalsa nei confronti del Nord». Ecco le parole che vanno fuori dal campo, i messaggi che lasciano il segno. Cavani come Maradona, il capitano dei due scudetti. Appena arrivato in Italia, Diego avvertì quel sentimento popolare. Il Napoli era arrivato a sognare lo scudetto, l’aveva sfiorato nel ’75 con Vinicio, l’allenatore che faceva giocare gli azzurri come l’Olanda di Crujff.

Maradona dedicò a loro i due scudetti e alla vigilia della semifinale dei Mondiali ’90 Italia-Argentina, da giocare a Fuorigrotta, lanciò un messaggio chiaro: «Adesso tutti si ricordano di Napoli e deinapoletani…». Invitava la sua gente a tifare per la Seleccion, che guadagnò la finale dopo la lotteria dei rigori. Cavani vive, a suo agio, da cinque anni nel profondo Sud. Prima Palermo, poi Napoli. «Dove c’è la voglia di rivalsa nei confronti delle grandi squadre del Nord e questo noi lo avvertiamo, ecco perché alla gente vogliamo regalare grandi soddisfazioni.

Il calcio è l’occasione per il riscatto. Da tanti anni non si vivevano momenti simili. C’erano stati gli scudetti e la coppa Uefa, poi un lungo periodo senza risultati di grande importanza. C’è tanto entusiasmo, c’è una grande attesa». Quei momenti d’oro possono tornare, Cavani ne è convinto e crede in questo progetto. Le voci dall’Inghilterra sono insistenti, si parla di un pressing del Chelsea e del Liverpool, pronti ad offrire un’offerta da 40 milioni di euro al Napoli per il Matador: è un pallino di Villas-Boas e di Dalglish, i due manager.

Ma De Laurentiis è irremovibile: esclude la possibilità di cessione del campione a un altro club perché con Cavani e gli altri gioielli vuole costruire una squadra da scudetto. Il grande sogno di Edy, che è rimasto affascinato dalla passione della gente in questi mesi. Dopo aver eliminato l’Inter dalla coppa Italia, punta a risalire anche in classifica cannonieri. Lo precedono Di Natale (bomber degli ultimi due campionati), Ibrahimovic e Denis, l’argentino che ha indossato la maglia del Napoli prima di fare fortuna in provincia, tra Udinese e Atalanta. L’altra sera, in diretta tv, Cavani non ha risposto quando gli hanno chiesto in quale squadra uruguaiana giocherebbe a fine carriera. «Non è ancora tempo per tornare». Il Peñarol, è quella la squadra, deve aspettare. Il Mattino.
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