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Bravo Aurelio, e ora ritira la squadra. Il Napolista è con te

Bravo. Bene ha fatto Aurelio De Laurentiis ad abbandonare gli studi Sky dove si stava commentando il sorteggio dei calendari di serie A. Il presidente del Napoli si era raccomandato col presidente della Lega Beretta di tutelare le squadre di serie A impegnate a rappresentare il calcio italiano in Champions. E invece che cosa ti fa il sorteggio?  Ti piazza le tre partite con Milan, Inter e Juve a ridosso della sfida con gli azzurri. Un complotto più che evidente ai danni degli azzurri.
Ma il presidente non è uno che si fa prendere per i fondelli da nessuno. E così, non potendo togliere l’accredito a Sconcerti, visto che si era negli studi Sky, ha abbandonato la sala in aperta polemica, al grido: «È una vergogna, è tutto pilotato», lanciando offese a destra e a manca. Secondo l’agenzia Ansa avrebbe detto «Siete delle merde, mi vergogno di essere italiano». E salendo su uno scooter di un passante grida: «Torno al cinema». Ma l’Ansa, si sa, è composta dai soliti giornalisti che inventano. Noi non crediamo a nulla che non sia il verbo del nostro immenso presidente.
È ovvio che si tratti di un complotto contro gli azzurri di Mazzarri. Non c’è nemmeno da parlarne. E guai a chi osa sostenere il contrario. Non c’entra niente che il danno sia anche per Inter e Milan, non ce ne frega niente. Così come la coincidenza, pura coincidenza per gettare fumo, che alla sesta non ci sia solo Inter-Napoli ma anche la sfida tra Milan e Juve. Sono solo diversivi. Non siamo mica stupidi. È evidente che la vittima di un complotto giudo-pluto-massonico sia il Napoli. I poteri forti ce l’hanno con noi. Il dado è tratto. A questo punto Aurelio dovrebbe ritirare la squadra dal campionato (e ovviamente non rimborsare chi già si è abbonato). Il Napoli va tutelato e il Napolista si schiera come un sol uomo al suo fianco.
Massimiliano Gallo
p.s. da domani il Napolista darà vita a un sit-in permanente in piazza Plebiscito in difesa di Aurelio De Laurentiis e del nostro Napoli. Il Palazzo non ci mange
rà.

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