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La zazzera di Cavani
e quella di Diego

Questo è un post socio-tricologico. Parlando potabile: sociologia on the road e capelli. La riflessione è semplice: i ragazzi napoletani degli anni 80 seguivano a occhi chiusi il look di Maradona, cioè foltissima chioma riccia e orecchino. Invece oggi, pur stravedendo per gli idoli del nuovo millennio azzurro, si parva licet, Hamsik e Cavani, gli adolescenti piùpopular non si sognano di farsi la cresta punk o di lasciarsi crescere la zazzera. Questione di gusti, però un sussulto di analisi di costume si propone: l’estetica è politica.
I giovanissimi degli anni 80 osavano mutuare dal campione argentino i guizzi estetici meno ortodossi (per la Napoli del tempo, certo). Tanto che ci si inventò persino una “giusta causa” per la tendenza dell’orecchino sostenendo che messo a sinistra era da uomo (come lo esibiva Diego), a destra da “ricchione”. Anche i ricci a raggiera, in quegli anni svillaneggiati sulle teste importanti di Battisti e Cocciante, furono sdoganati pur di assecondare il paradigma Maradona. Che suggeriva una rottura coi canoni del look, e rottura fu.
Adesso non va così: il Modello Unico, il modello gregge, è schiacciante, lascia pochi margini. Impedisce persino agli scugnizzi dei vicoli di osare oltre lo stampino della testa rasata o la crestina accennata dal gel. Nessuno si sognerebbe di modellarsi l’altissimo scalpo punkeggiante di Hamsik o di farsi crescere la chioma alla Gesù nel deserto di Cavani.
C’è un però. Il risvolto può essere letto in positivo: mi scelgo il look che voglio senza copiare per forza i miei idoli. Il guaio è che, invece, troppi guaglioni si rifanno ai tronisti della De Filippi e a Corona. A quel punto meglio, molto meglio, la pinna da ultimo dei Mohicani.
di Alessandro Chetta (da Il corrieredelmezzogiorno.it)

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