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Guardiola: «Yaya Touré non giocherà nel City finché il suo agente non chiederà scusa»

Il manager spagnolo crea un precedente col procuratore che risponde: «Pep soffre i giocatori che hanno personalità».

La svolta di Pep. Contro i procuratori, contro il sistema, contro le dichiarazioni senza conseguenze. La notizia arriva da Manchester, ma coinvolge l’intero mondo del calcio. E segna un punto di non ritorno, almeno si spera, contro la dittatura dei procuratori. Oppure, quantomeno, contro la possibilità che hanno gli agenti dei calciatori di influenzare il sistema calcio con le loro dichiarazioni senza che succeda nulla subito, dopo.

Oggi, in conferenza stampa, il manager del Manchester City ha parlato così di Yaya Touré: «Non giocherà fin quando il suo agente non chiederà scusa a tutti. Ai compagni di Yaya, innanzitutto. Ai miei tempi, era impensabile che il mio manager rilasciasse un’intervista per attaccare Cruijff. È stato difficile lasciarlo fuori dalla squadra Champions League, ma il giorno dopo il suo agente ha rilasciato subito un’intervista. Non ha avuto il coraggio di chiamare me. Da quel momento, Yaya è fuori. Io lo so, lo so che è un bravo ragazzo, ma è stato difficile per me anche mettere Aleix García fuori».

Una presa di posizione importante, pesante. Immaginate, immaginiamo per un attimo cosa succederebbe a Napoli, o comunque in Italia. In cui i procuratori sono ospiti quotidiani in tutte le radio che parlano di sport. Probabilmente, con un atteggiamento del genere, non giocherebbe più nessuno.

Nel frattempo, la replica di Dimitri Seluk (proprio lui, l’agente di Touré) non si è fatta attendere: «Se Pep Guardiola vuole una guerra, allora l’avrà. Non gli piaceva la mia opinione? Ho parlato perché sentivo che Pep si stava vendicando con Yaya. Purtroppo per lui, viviamo in un mondo in cui c’è libertà di parola». Seluk ha aggiunto: «Pep non desidera giocatori con personalità. Vuole solo i giocatori che hanno paura di lui e fanno quello che dice. La prima cosa che ha fatto quando è arrivato al City è stata mettersi contro Yaya e Joe Hart, due dei più grandi giocatori del club. Hart è il portiere dell’Inghilterra; Yaya ha vinto il Pallone africano per quattro volte. Hanno entrambi grandi personalità e a Guardiola questo non piace. La prima volta che vai in casa di qualcuno si dovrebbe avere più rispetto.Non si va in casa di qualcuno per chiedere loro di andare via. A Barcellona è andata allo stesso modo: ha costretto Samuel Eto’o a lasciare il club; Zlatan Ibrahimovic, un giocatore da 57 milioni di sterline, è stato venduto per appena 18 milioni».

Insomma, una bella battaglia. In mezzo, il calciatore. Che ha deciso di lasciare la sua nazionale, annunciando il ritiro. E che, ora, non sa ancora quale sarà il suo destino. Forse, dall’esito di questa storia, si capirà qualcosa di più anche sui rapporti futuri tra club, allenatori e procuratori. Diciamo che non sarebbe male rivedere alcune cose. Quindi, come dire: bravo, Pep.

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