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Eppur si suda: De Laurentiis e il manifesto del sudorismo

Eppur si suda: De Laurentiis e il manifesto del sudorismo
De Laurentiis

C’è qualcosa di rivoluzionario nelle parole pronunciate da Aurelio De Laurentiis nel corso della sua ultima apparizione vocale presso l’organo di informazione radiofonica della società. E tuttavia, come spesso accade in questi casi, quando il saggio indica la luna lo stolto guarda il dito o apre un fascicolo alla Figc. Fortunatamente, però, non tutti siamo ottenebrati da Beretta e Lotito e non tutti abbiamo ignorato la portata assolutamente innovativa del discorso pronunciato dal presidente. Discorso che possiamo tranquillamente far assurgere a manifesto ideologico del nuovo corso inaugurato con Maurizio Sarri: il sudorismo. Basta con l’idealismo romantico di hegeliana memoria, basta con il fraseggio lezioso e sovrabbondante del tiki taka, basta con la concinnitas del possesso palla. E’ giunta l’ora del martello e del sudore, della difesa etica, dell’efficace e rude sopportazione senechiana, e così come Wilde mise in scena le idee del Winckelmann e Lenin quelle di Marx, al grido di “Chiurite ‘e porte ‘e miez!” sarà il tecnico toscano a dover mettere in campo, possibilmente senza scontentare i procuratori di Mertens e Gabbiadini, la linea dettata da De Laurentiis. Il tutto in un connubio di teoria e pratica, forma e sostanza, che manco Albano e Romina o cicoli e ricotta dentro alla pizza fritta. 

Ma vediamo quali sono le parole del presidente che nel silenzio quasi generale hanno dato ufficialmente avvio al nuovo corso: “Sarri sta penetrando nella coscienza fisica e psicologica dei giocatori”. Perché dal punto di vista speculativo questa frase è rivoluzionaria? Per comprenderlo, bisogna andare un attimo indietro nel tempo e considerare che nel dipanarsi della storia del pensiero sono stati molti i filosofi e i pensatori ad occuparsi del concetto di coscienza. In epoca moderna taluni ne hanno anche derivato delle celebri quanto affascinanti figure e personificazioni: pensiamo alla coscienza matematica di Leibniz, alla coscienza morale di Nietzsche, alla coscienza infelice di Hegel. Ora, pur nelle reciproche distanze e differenze, tutti quanti però hanno sempre dato per assunto un fatto e cioè che la coscienza non appartiene, per così dire, al mondo corrotto e materiale della carne ma che essa, e ciò per definizione, è il modo di essere del pensiero che ha consapevolezza di sé. Ebbene, è in questo quadro, rimasto fino ad oggi sostanzialmente immutato, che con la cautela di Koulibaly quando deve giocare un pallone delicato in area il De Laurentiis irrompe con il suo concetto di “coscienza fisica”. Nessuno prima d’ora aveva osato tanto. Nemmeno Kant che pure aveva avvicinato la coscienza alla carne tanto da rendere la legge morale un elemento quasi organico al corpo. E invece il De Laurentiis va oltre, supera tutto questo. Partendo da Hegel, e sostituendo il “sudore” allo “spirito”, egli attribuisce, per la prima volta nella storia a noi nota del pensiero filosofico, natura fisica, veramente corporea, alla coscienza. Ed è grazie a questa formidabile intuizione che il sudore può nascere e crescere giacché, oltre al corpo, finalmente può sudare anche l’anima. Attenzione però: a differenza di Hegel, da cui pure il De Laurentiis appare grandemente influenzato, il rapporto di crescita e di riconoscimento reciproco tra coscienza e altre coscienze (da cui, val bene ricordarlo, non nasce più lo spirito ma il sudore) non è di natura dialettica. Il confronto qui non avviene come in Hegel in modo violento, con la contrapposizione, bensì con la penetrazione. E si converrà che dopo i mesi del travaglio beniteziano si tratta di un decisivo passo in avanti perché, eliminato dal sistema lo scontro e la lotta per il predominio, la sintesi tra coscienza e altre coscienze non avviene più attraverso i sanguinosi rapporti di signoria e servitù bensì in modo dolce e naturale, con la penetrazione. Naturalmente, vista la fase ancora prodromica del nuovo pensiero e la grande influenza che ivi assumiamo come pacifica di Hegel, taluni elementi della vecchia Fenomenologia dello Spirito permangono, come la notte in cui le vacche sono (bianco)nere e la necessità di individuare una “pattumiera del sistema” che qui, a differenza di Hegel, non è più la natura ma il biennio di Benitez. Tuttavia, al di là di queste piccole scorie, il sudorismo di De Laurentiis appare ormai sufficientemente libero e scevro da condizionamenti dottrinali per verticalizzare e procedere di prima, a passo svelto, verso la maturità. Eppur si suda, dunque. Del resto, lo disse anche Galileo: se noi stessimo fermi e fosse il sole a girare attorno a noi come faremmo a sudare? 
Anna Trieste

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