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Mi auguro che tra 10 anni non ci ritroveremo a festeggiare l’anniversario di Doha

Mi auguro che tra 10 anni non ci ritroveremo a festeggiare l’anniversario di Doha
Il mio Juve – Napoli
– Dalla mattina, leggendo sui siti e sbirciando sul social, ho notato che gli argomenti più gettonati sono stati: la prossima destinazione di Benitez, il presunto arrivo di Sinisa, le presunte richieste del nuovo allenatore, l’addio di Bigon, gli anni di contratto di Reina e lo smantellamento della squadra nel caso di mancata qualificazione alla Champions. Della Juve e della importantissima partita del pomeriggio poco o niente.
– Talmente poco e talmente niente che ho addirittura pensato che Lotito avesse spostato anche la nostra partita e solo per puro caso, alle 18, accendendo la tv, ho esclamato: Toh, giocano.
– In tensione, osservando il primo tempo, ho poi appurato che anche molti dei nostri calciatori, in mattinata e nel pre partita, si saranno concentrati sugli stessi gettonati argomenti di cui sopra visto che in campo sembrava che ci fossero finiti per caso.
– Non abbiamo iniziato male, anzi. Mertens ha impegnato Buffon nei primi minuti e Lopez, dall’angolo susseguente, è riuscito a colpire di testa senza però impensierire. Peccato che questo sia stato il massimo sforzo che la squadra è riuscito a produrre in 45 minuti.
– Alla Juve dei panchinari è infatti bastato pigiare leggermente sull’acceleratore per presentare Pereyra solo in area davanti ad Andujar per batterlo senza difficoltà.
– La Juve ha dato la sensazione di controllare facilmente con lunghi possessi a tutto campo, commettendo però alcuni errori di superficialità che il Napoli non è riuscito a capitalizzare.
– Come accaduto altre volte, il primo tempo è filato via senza reazioni rilevanti. Come se avessimo vinto lo scudetto e la partita avremmo dovuto giocarla per onor di firma.
– Durante la gara, immancabili i cori pro Vesuvio e contro i napoletani. Non mi soffermo sui cori in sé perché non fanno più notizia, ma sul fatto che la curva juventina non ha subíto ancora la chiusura in seguito alla bomba di Torino. 
Ora mi chiedo: hanno surrogato con la chiusura del settore ospiti? Oppure sconteranno la squalifica quest’estate al prossimo concerto di Jovanotti?
– Nel secondo tempo, siamo tornati in campo in 11. Gabbiadini ha infatti rilevato, mi duole dirlo, il fantasma di Higuain.
– Il Napoli ci ha messo qualche grammo in più di determinazione ed è riuscito a pareggiare con Lopez in seguito ad un rigore sbagliato da Insigne. 
– Ho perso il conto di quanti penalty abbiamo fallito.
– Dopo il rigore, una considerazione del Giuffrè: il miglior rigorista del Napoli è colui che non lo tira. E una domanda del Minao: possibile che siamo riusciti a vincere una coppa ai rigori?
– Sull’1-1, il Napoli ci ha creduto, e noi con esso, e solo le mani di Buffon hanno impedito a Lopez di diventare un nuovo idolo e ad Hamsik, che sugli sviluppi di un angolo ha colpito di testa nei pressi del palo, di realizzare il sorpasso.
– Ancora Lopez ha poi sfiorato il palo dopo un’uscita infelice del portiere bianconero.
– Qualche mischia in area juventina ha ancora tenuto in vita la fiammella della speranza per una vittoria. La difesa molle e la disarmante facilità con la quale Sturaro ha bucato centralmente l’ha spazzata via.
– Nei minuti di recupero, Brivitos, a palla lontana, si è trasformato in Zidane. Non con una veronica o con un assist illuminante, s’intende. Bensì, con una capata in faccia a Morata.
– Qualcuno ha pensato che con questo gesto abbia dato un senso ai suoi 4 anni azzurri.
– Sta di fatto che l’arbitro ha fischiato il rigore e lo ha poi espulso. Pepe, che non segnava dai tempi in cui Zuniga ha giocato una partita intera, ha chiuso per sempre la partita e i nostri sogni.
– Ora c’è chi sta attendendo il derby di lunedì per mettere definitivamente la parola fine a questa stagione. Nonostante è sembrato che nessuno volesse il traguardo Champions e nonostante sia un ottimista talebano, mi è più facile pensare che Michu vada ai prossimi mondiali anziché il Napoli riesca ad agguantare il terzo posto.
– Ad agosto non ho creduto ad un tricolore finale e non ho pensato che la Roma potesse crollare come poi è avvenuto. Ho però sempre immaginato che saremmo giunti terzi senza particolari patemi perché la squadra resta per me superiore alla Lazio.
– Il fatto di aver vinto, e anche bene, contro le dirette concorrenti, e il fatto che queste ultime abbiano mostrato enormi limiti ha solo acuito il rimpianto di non avercela fatta. L’aspettativa era alta, la delusione è forte.
– Questa stagione rivaluta però quella precedente che a detta di molti era stata fallimentare. Con 78 punti, oggi la Juve avrebbe comunque stravinto il campionato.
Rivaluta anche la SuperCoppa di Doha. Perché battere la Juve si è rivelato straordinario.
– Mi dispiace per l’addio di Benitez. Di certo la squadra avrebbe potuto e dovuto fare di più, ma ho sempre pensato che una stagione senza risultati non possa rappresentare l’assoluto, anche perché per noi è la prassi, ma la tappa di un processo e soprattutto che la sua caratura fosse la nostra garanzia per crescere negli anni a venire. E non solo in campo. 
– Lo stadio nuovo forse lo vedranno i nipoti dei nipoti di mia figlia; le strutture continuano a perdere pezzi e il settore giovanile non potrà per minimo due anni avvalersi dei denari provenienti dalla Champions. Oggi, in fitto a Sant’Antimo, in una bellissima struttura, ma molto ridotta, si continuano a fare miracoli. Domani ne dubito.
– Una sua permanenza non avrebbe risistemato ogni tassello, ma un suo addio mi fa pensare che le cose non varieranno di molto rispetto al passato.
– Tra i buoni propositi (leggasi anche utopie) mi piacerebbe che venisse anche un Ds che faccia il Ds. Una società meno aureliocentrica che sappia come comportarsi anche nei momenti negativi, che si imponga per il sacrosanto spostamento di una partita e che non si faccia rispondere picche dalla Figc perché altrimenti la festa della Juve potrebbe risultare falsata.
– Riguardo la squadra, desidero almeno un difensore che non mi faccia smadonnare ogni domenica e, da quando Pepe fece l’ultimo gol, 2 centrocampisti che sappiano guardare anche avanti e che sappiano cosa sia una sfera e magari, se non chiedo troppo, un rigorista implacabile. Chiunque venga, deve prima di ogni cosa avere fame e personalità. 
– Non credendo alle favole Bielsa, Klopp o Simeone, mi piacerebbe che il prossimo allenatore fosse Montella. Uno che conosce il nostro calcio di merda e che conosce Napoli. Mi illudo che DeLa stia aspettando che rompa con la Fiorentina. 
– In caso contrario, come sembra, non ho però pregiudizi nei confronti degli altri allenatori, salvo Conte e Prandelli. Per i quali potrei anche non fare il consueto abbonamento. Mi auguro però che non si ritorni ai titolarissimi, non si torni a giocare con soli 3 centrocampisti in rosa e che non si torni alla difesa a 5. Mi auguro anche che a metà campionato non si implori un allenatore, anziché un motivatore e che presto torneremo a giocare 60 partite a stagione.
– E, cosa più importante, mi auguro che questi non decida di andar via dopo 2 anni, facendoci ripartire di nuovo da zero, perché siamo stati il suo trampolino di lancio. E infine mi auguro che tra 10 anni non ci ritroveremo a festeggiare l’anniversario di Doha.
– Ora è il momento dei processi e di due mesi dei nostri argomenti più gettonati: diritti d’immagine, tetto ingaggi, paletti, 350 giocatori che vestiranno e svestiranno la maglia nello stesso giorno, ufficialità, smentite, rifiuti a causa di sorelle insoddisfatte e di rumuort ‘e chi t’è rumuort. Insomma, se ora sono voci, tra una settimana le puttanate diventeranno ufficiali. Ci manca solo il triplete juventino e io potrei pure trasferirmi dalla Cristoforetti.
– Insomma, si salvi chi può e, salvo miracoli, ci ritroveremo a settembre. 
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca
Gianluigi Trapani
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