Per Milan-Como in Australia, la Lega Serie A aveva accettato tutto, anche di oscurare il marchio Serie A
La Confederazione asiatica di calcio ha però via via alzato la posta. Sarebbero servite 4 settimane solo per trasportare la tecnologia Goal Line Technology e Var

Cm Como 19/10/2025 - campionato di calcio Serie A / Como-Juventus / foto Cristiano Mazzi/Image Sport nella foto: tifosi Como
Per Milan-Como in Australia, la Lega Serie A aveva accettato tutto, anche di oscurare il marchio Serie A
Si era piegata praticamente a tutto la Lega Serie A ma non è bastato. E alla fine Milan-Como si giocherà a Milano e non a Perth.
Repubblica scrive che l’Italia aveva accettato tutte le condizioni poste: arbitri della confederazione asiatica e oscuramento del logo della Lega Serie A. Condizioni inizialmente considerate irricevibili, eppure la Lega Serie A aveva deciso di piegarsi. Non è bastato. La Confederazione asiatica di calcio ha via via alzato la posta fino a chiedere una liberatoria contro eventuali danni e conseguenti penali. Per qualsiasi aspetto non rispettato dell’accordo, l’Australia avrebbe rischiato sanzioni economiche non meglio precisate e anche provvedimenti contro la Nazionale come ad esempio punti di penalizzazione per la Nazionale alle qualificazioni per i Mondiali del 2030. E così alla fine anche il governo australiano si è arreso.
Scrive anche il Corriere della Sera:
Si è aperto quindi un tema di garanzie ed eventuali penali, che avrebbe coinvolto anche il governo dell’Australia Occidentale, che aveva un ruolo chiave nell’organizzazione della partita. Chi avrebbe risposto in caso di sanzioni? Col passare dei giorni emergevano poi anche preoccupazioni
logistiche: sarebbero servite 4 settimane solo per trasportare la tecnologia Goal Line Technology e Var. Troppi problemi, oltre alle polemiche. Da qui, la scelta comune di interrompere il progetto. Da una parte, festeggia chi era convinto che si danneggiassero le squadre, visti i 13mila chilometri e le 8 ore di fuso. Ma anche chi riteneva inopportuna l’operazione, come il ministro dello Sport, Andrea Abodi: «Si è buttato il cuore oltre l’ostacolo con una certa leggerezza, perché prima di parlarne per 3 mesi bisognava partire dal soggetto finale che avrebbe dovuto porre condizioni». Dall’altra parte, in Lega e ai piani alti di Casa Milan, non nascondono il disappunto per quella che viene definita un’occasione perduta.











