Anche l’Arabia saudita è in bolletta: gli stadi del Mondiale 2034 costano troppo e il Pif ha chiesto progetti più economici

Diversi progetti di stadi stanno subendo ritardi. I quindici impianti ora potrebbero essere ridotti a undici con una città sviluppata a 500 metri d'altezza con fonti di energie rinnovabili (Guardian)

araba Superlega il calcio

French President Emmanuel Macron (R) and Saudi Crown Prince Mohammed bin Salman pose for a photograph as they arrive at the Palais Brongniart for the New Global Financial Pact Summit in Paris on June 22, 2023. (Photo by Ludovic MARIN / POOL / AFP)

La costruzione degli stadi in Arabia Saudita per il Mondiale del 2034 sta subendo ritardi. Per la volontà del Public Investment Fund (Pif), il fondo sovrano del regno, di ridurre i costi. A diversi studi di architettura, cui sono stati assegnati appalti per la costruzione di stadi in Arabia Saudita, è stato chiesto di ripresentare i progetti. I loro sono stati ritenuti troppo costosi. Lo scrive Il Guardian

L’Arabia Saudita potrebbe così ridurre il numero di stadi da utilizzare per la Coppa del Mondo rispetto ai 15 inclusi nella sua candidatura. La Coppa del Mondo del 2022 in Qatar ha previsto otto stadi. Il torneo del prossimo anno negli Stati Uniti, in Messico e in Canada ne avrà 16 (con 48 squadre)

Undici nuovi stadi con quattro da ristrutturare e ampliare per il Mondiale

L’Arabia Saudita ha svelato i piani che riguardano quattro città (Riyadh, Jeddah, Al Khobar e Abha). Lo stadio Neom, che dovrebbe essere costruito nel mega-progetto futuristico ancora da realizzare, noto come The Line. Una città alta 500 metri che sarà alimentata da energia rinnovabile. Sono previsti undici nuovi stadi, con quattro stadi da ristrutturare e ampliare. Molti dei nuovi stadi sono stati progettati dalle società britanniche Foster + Partners e Arup, e anche lo studio americano Populous è fortemente coinvolto.

La costruzione di tre stadi è iniziata, ma fonti del settore hanno riferito al Guardian che diversi progetti di stadi stanno subendo ritardi. Diversi studi di architettura sono stati invitati a ripresentare le gare d’appalto o a ridurre i costi a causa del rallentamento della spesa da parte del Pif, legato al calo dei prezzi del petrolio.

Il progetto Vision 2030 per non dipendere dal petrolio

Quasi tutti i progetti infrastrutturali capitali dell’Arabia Saudita rientrano nel piano di sviluppo Vision 2030 del principe ereditario Mohammed bin Salman, annunciato nel 2016 per allontanare il Paese dalla dipendenza dal petrolio e orientarlo verso altri settori, in particolare turismo, ospitalità e immobiliare. Vision 2030 è finanziato dal Pif, che continua a dipendere fortemente dalle vaste riserve di petrolio e gas del Paese. La compagnia petrolifera statale saudita Aramco ha ridotto i prezzi questo mese a causa del calo della domanda e dell’eccesso di offerta nell’ambito dell’Opec l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio.

Correlate