Amanda Anisimova è in finale di Wimbledon battendo la depressione e dipingendo come Van Gogh (Io Donna)
Amanda Anisimova ha superato la depressione della morte del padre dipingendo Van Gogh, viaggiando e dedicandosi alle sue passioni

Members of staff arrange the net on Center Court prior to the start of the 2023 Wimbledon Championships at The All England Tennis Club in Wimbledon, southwest London, on July 2, 2023. (Photo by Adrian DENNIS / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE
Toccare il fondo e risalire fino alla finale di Wimbledon. Amanda Anisimova il fondo lo aveva toccato il 20 agosto del 2019, alla morte del papà allenatore, Kostantin, che per far giocare la sorella Maria aveva lasciato la sua attività in banca a Mosca ed aveva preferito trasferire tutta la famiglia. Spagna? Usa? Doveva solo scegliere. Poi staccò il biglietto per il New Jersey dove Amanda arrivò all’età di 3 anni. La Storia è raccontata da Io Donna, in un articolo di Nicolò Canonico.
La morte del padre della Anisimova e la depressione
In pochi mesi Amanda Anisimova era passata da giovane prodigio al ritiro inatteso a 21 anni. Ma dopo essere stata lontana dal circuito, la tennista americana è tornata a giocare ad altissimi livelli. Con una nuova consapevolezza che l’ha portata a giocarsi la finale di Wimbledon domani contro la polacca Iga Swiatek. Una storia che parla di talento, ma soprattutto di vulnerabilità e determinazione. Il talento di Amanda Anisimova è emerso con prepotenza durante l’adolescenza. A soli 17 anni, nel giugno 2019, ha raggiunto le semifinali del Roland Garros, incantando il pubblico con uno stile di gioco maturo e colpi di una fluidità e precisione sorprendenti. Tuttavia, dietro l’immagine della giovane promessa, si celava una pressione sempre maggiore. Poche settimane dopo, nell’agosto dello stesso anno, la sua vita è stata sconvolta da un evento tragico: l’improvvisa scomparsa del padre Konstantin, che era anche il suo allenatore. Questo lutto ha lasciato una ferita profonda, mai del tutto rimarginata, segnando un punto di rottura emotivo cruciale nella sua carriera e nella sua vita.
I tornei ed i flop
Nel 2022, dopo aver raggiunto i quarti di finale a Wimbledon, molti la consideravano la “prossima grande speranza del tennis americano”, paragonandola a Coco Gauff. Eppure, quel risultato, anziché fungere da trampolino di lancio, ha segnato l’inizio di un declino. Nei dieci tornei successivi, Anisimova ha vinto solamente quattro partite. I ritmi incessanti del circuito professionistico hanno avuto un impatto devastante sulla sua salute mentale, portandola alla depressione.
La situazione è diventata insostenibile, culminando nella drastica decisione di ritirarsi temporaneamente dal tennis nel maggio 2023. “Spingevo sempre, senza mai prendermi una pausa. Sembrava ingiusto continuare come se non fossi un essere umano”, ha confessato al The Guardian durante il Madrid Open del 2024, evidenziando il logorante tributo psicologico imposto dalla vita da atleta d’élite.
Il riscatto con i quadri ispirati a Van Gogh
E’ la sindrome da burnout, o “esaurimento professionale”, una condizione di stress cronico legato al lavoro, che si manifesta con esaurimento emotivo, depersonalizzazione e ridotta efficacia personale. Si manifesta quando una persona non riesce più a far fronte alle richieste e alle pressioni del lavoro, portando a un forte senso di esaurimento e disinteresse verso le attività lavorative.
Amanda con grande sincerità, ha raccontato quanto la vita nel tour possa essere solitaria e quanto sentisse il bisogno di vivere, almeno per un po’, una vita più “normale”. Durante questi otto mesi di pausa, Amanda si è avvicinata all’arte, ha frequentato corsi universitari, e ha persino lanciato “Art for Hope”, una campagna benefica in cui ha esposto e venduto i suoi dipinti, ispirandosi a Vincent van Gogh. Un progetto che non solo ha aiutato gli altri, ma ha aiutato anche lei a ritrovare equilibrio, a guarire dentro e a riscoprire la lucidità mentale.
Il ritorno è avvenuto senza clamore: All’Australian Open 2024, partita dal numero 442 del ranking, ha raggiunto gli ottavi. Una sconfitta contro Aryna Sabalenka non le ha tolto l’entusiasmo: era la prima volta, dal 2022, che vinceva tre partite di fila in uno Slam. Poi, a inizio 2025, è arrivato il successo a Doha, il suo primo titolo WTA 1000, e la risalita lenta ma sicura fino alla Top 20. «Penso che la mia professionalità e il mio impegno abbiano fatto un giro completo. Ora tutto è incentrato su come posso prepararmi al meglio», ha spiegato. La stessa Sabalenka delle polemiche che ha battuto in semifinale a Wimbledon.