I tifosi del Nantes: «A Torino trattati da bestie, hanno costretto un’ottantenne disabile a togliersi le scarpe»
Il racconto a So Foot: «Due ore nelle navette, chiusi, non riuscivamo a respirare, bambini sull'orlo delle lacrime. Nessuna umanità da parte delle autorità»

Members of the security (Front) stand in line as FC Nantes supporters cheer in their tribune at the end of the UEFA Europa League round of 32, first leg football match between Juventus FC and FC Nantes, on February 16, 2023 at the Juventus stadium in Turin. (Photo by Marco BERTORELLO / AFP)
I tifosi del Nantes denunciano un trattamento da bestie subito da parte delle autorità italiane all’esterno dello Juventus Stadium, in occasione della partita di Europa League contro la Juventus. Lo stesso club ha parlato di provocazioni ed intimidazioni ai danni dei suoi tifosi. I racconti, sui social, sono tantissimi. Molti tifosi sono rimasti bloccati all’esterno dello stadio, trattati come bestie. In tanti hanno avuto la sensazione di rivivere quanto accaduto all’esterno dello Stade de France in occasione della finale di Champions League tra Real Madrid e Liverpool.
So Foot intervista uno dei tifosi del Nantes, il presidente di Activ Nantes, Thierry, che ha accompagnato a Torino 650 tifosi del club francese, tra cui suo figlio Amaury. Raccontano il trattamento riservato loro in città. Al punto di incontro stabilito dalle autorità per proseguire verso lo stadio con le navette, dicono, siamo stati trattati come bestie.
«Una volta lì, ci siamo sentiti trattati come bestie. Al Parco del Valentino (il punto di ritrovo per i tifosi, ndr), siamo stati raggruppati in un giardino circondato da nastri. Come a dire: “Quelle cose in giallo e verde sono animali, staranno qui finché non verremo a prenderli”. E’ umiliante».
Poi il viaggio nelle navette, fino allo stadio.
«Abbiamo preso le navette per arrivarci. Sono rimasto due ore dentro, fermo, senza che nessuno ci spiegasse perché eravamo bloccati lì. Eravamo bloccati, non riuscivamo a respirare. Tendo ad avere l’ipoglicemia, non ero al top. Un bambino stava davvero male, sull’orlo delle lacrime. Alla fine è sceso dall’autobus con suo padre. Una volta allo stadio, le perquisizioni sono state assolutamente vergognose. Hanno costretto bambini, anziani e persone con disabilità a togliersi le scarpe. Non immaginavo fosse possibile, non l’avevo mai visto… Non c’era umanità da parte delle autorità italiane».
I due continuano:
«Le misure messe in atto sono state al limite della dignità. Ad un’ottantenne con due protesi al ginocchio e il cancro sono state fatte togliere le scarpe, è rimasta scioccata».
Paragonano quello che hanno vissuto con quanto visto allo Stade de France per la finale di Champions League.
«Onestamente, sì, è quello che è successo per la finale di Champions League. Abbiamo lasciato un tizio in ospedale. Ha spintonato, è caduto all’indietro e ha avuto un trauma cranico. Si ha l’impressione che in Francia sia stata la mancanza di preparazione e la stupidità del prefetto Lallement. In Italia è una cosa istituzionalizzata, per loro è normale. Se la Brigata della Loira non si fosse comportata molto bene, sarebbe andata molto male».