Salt Bae è lo specchio dei tempi, il suo ingrediente più importante è il conto (Aldo Cazzullo)

Rubrica delle lettere del Corsera. «Chi frequenta i locali di Salt Bae, mangia la propria ricchezza, comunica al mondo e soprattutto a se stesso l’idea di avercela fatta»

Salt Bae

Db Milano 18/09/2022 - campionato di calcio serie A / Milan-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Salt Bae-Eljif Elmas

Sul Corriere della Sera, nella rubrica delle lettere da lui curata, Aldo Cazzullo risponde a una lettera su Salt Bae lo chef turco recentemente al centro di un’inchiesta della Fifa per la sua indebita presenza sul terreno di gioco al momento della premiazione dei Mondiali (durante la quale ha infastidito i giocatori argentini, tra cui Messi, alla ricerca di un selfie).

Ecco la lettera:

Caro Aldo, ma chi è quello strano individuo che in Qatar, a Doha, è sceso in campo, ha toccato la Coppa del Mondo, contendendola a Messi, alzandola come se l’avesse vinta lui? La reazione di Messi, che se ne è andato e gli ha voltato le spalle, dice tutto. E poi da dove viene questo nome, Salt Bae?

Marco Ferrari Milano

Di seguito la risposta:

Caro Marco,

La figura di Salt Bae è tipica del tempo della Rete. Faccia malandrina, postura strafottente, gesto virale (l’avambraccio che si flette a far cadere dall’alto il sale, da cui il nome: Bae significa Before Anyone Else, prima di qualsiasi altro). Salt Bae si chiama in realtà Nusret Gökçe. Nel 2017 ha postato un video in cui affetta e sala la carne nel suo modo peculiare: oltre dieci milioni di visualizzazione, oltre dieci ristoranti aperti nel mondo, in posti non casuali; Doha, Dubai, Abu Dhabi, Bodrum, Mikonos, Los Angeles, oltre ovviamente a Istanbul; adesso dicono che sbarcherà pure a Milano.

Il punto è che la sua bistecca può costare anche mille euro, quando è ricoperta d’oro.

Non è una novità assoluta. Lo storico dell’alimentazione Massimo Montanari sostiene che il risotto alla milanese sia stato pensato dai ricchi mercanti come se dovesse riprodurre un piatto di monete d’oro. Sempre a Milano, in via Bonvesin De La Riva, Gualtiero Marchesi inventò appunto il risotto con un velo d’oro, stavolta vero. Dovendo coprire un’intera bistecca, e rappresentando un’altra era culinaria se non geologica — quella appunto della Rete —, Salt Bae aumenta il prezzo. Il suo è il classico ristorante in cui l’ingrediente più importante è il conto. L’oro non sa di niente, almeno credo. Chi lo mangia, e chi frequenta i locali di Salt Bae, mangia in realtà la propria ricchezza, comunica al mondo e soprattutto a se stesso l’idea di avercela fatta, o di averla fatta a qualcuno. Tutto questo è abbastanza mortificante; ma è il tempo che ci è dato in sorte. Quanto alla presenza di Salt Bae in campo, il capo della Fifa Infantino è un amico.

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