Non è vero che la Serie A valuta di introdurre il Var a chiamata (Gazzetta)
Non risulta nemmeno che a Pierluigi Collina l'idea garbi abbastanza, visto che poi dovrebbe renderla legge l'Ifab

Db Bergamo 23/11/2019 - campionato di calcio serie A / Atalanta-Juventus / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gianluca Rocchi al Var, quando arbitrava
Qualche giorno fa il Corriere della Sera scriveva che la Serie A starebbe pensando di introdurre il challenge, ovvero l’intervento del Var a chiamata. La Gazzetta dello Sport smentisce. E scrive anche che a Collina, tra l’altro, l’idea non piace, e sarebbe l’Ifab a doverla approvare. La rosea scrive:
“Nelle ore scorse, poi, si era diffusa la voce circa la volontà da parte del nostro calcio di sperimentare anche il
cosiddetto “challenge”, il Var a chiamata. Non risulta. E non risulta nemmeno che a Pierluigi Collina l’idea garbi
abbastanza, visto che poi dovrebbe renderla legge l’Ifab”.
Due giorni fa, sul tema, il Corriere della Sera scriveva che la Lega Serie A sta valutando la possibilità di introdurre il challenge, ovvero l’intervento a chiamata del Var. Se ne sarebbe discusso nell’ambito della riunione della commissione di Lega che lavora per ultimare il piano di proposte di riforma per il calcio. I club del massimo campionato sono pronti a presentare un piano di misure che riguardano il mondo arbitrale. Il quotidiano scriveva:
“La Lega di A è al lavoro per ultimare il piano di proposte di riforma al calcio: il presidente Casini, che ha diretto ieri la commissione ad hoc, illustrerà l’elaborato giovedì in assemblea ai club prima di inviarlo a Gabriele Gravina in vista del consiglio federale della settimana prossima. Mentre impazza la bufera attorno all’Aia per il caso D’Onofrio, la Lega è pronta a presentare un piano di misure per il mondo arbitrale. Non solo l’introduzione del fuorigioco semiautomatico dal 4 gennaio. Ieri in commissione si è parlato della possibilità di introdurre il challenge, vale a dire l’intervento a chiamata del Var, misura che contribuirebbe a sgombrare il campo da equivoci e sospetti”.
A maggio, in un intervento a Gr Parlamento, Casini aveva già espresso il suo gradimento per l’intervento a chiamata del Var. All’epoca aveva dichiarato:
«Sul Var c’è un equivoco di fondo: non è la moviola, mentre nell’opinione pubblica è intesa in questo modo. In questa fase di sperimentazione vanno discusse alcune migliorie, io per esempio ritengo giusto valutare la possibilità di un challenge per ogni squadra, una proposta sul tavolo: in questo clima di sospetti dare la possibilità alle panchine di chiedere la revisione di una determinata azione non dovrebbe creare problemi».