Bergomi: «Segnai un gol all’Ascoli, esultai come un pazzo. Bearzot mi telefonò, mi disse che non si fa così»
A Libero. «Quella rete mandò i marchigiani in B. Il calcio è cambiato, ma non le doti che deve avere un allenatore. Doti umane»

Beppe Bergomi rilascia un’intervista a Libero. Tanti i temi, dal Mondiale dell’82 alla nuova Serie A. Ovviamente con un focus sull’Inter.
«A 18 anni ero al primo dei miei tre mondiali. Prima della finale Bearzot mi disse: tu marchi il biondo… Il biondo era Rummenigge! Mi salvò l’incoscienza. Se Bearzot potrebbe allenare oggi? Il calcio è cambiato, ma non le doti che deve avere un allenatore. Doti umane. Mi viene in mente un flash per spiegare chi era Bearzot: con l’Inter, in campionato, segnai un gol all’Ascoli ed esultai come un pazzo. Quella rete mandò i marchigiani in B. Il giorno dopo Bearzot mi telefonò: Beppe, hai mancato di rispetto ai giocatori dell’Ascoli. Non si fa così».
L’Inter è la favorita per lo scudetto?
«Non è l’unica. Inzaghi ha perso Perisic e dovrà fare a meno di Skriniar. Bremer sarebbe una buona soluzione, vero. Ma in questi anni l’Inter ha cambiato troppo e spesso perché costretta a tenere un occhio al bilancio. Lukaku? Stravedo per Romelu. Ora Inzaghi ha quell’arma tattica mancata quando l’Inter andò in black-out a metà campionato. Perse il derby, raccolse 7 punti in 7 partite e si giocò lo scudetto».
La Juve.
«I 35 anni di De Maria non possono essere un limite. Lui è super. E così Pogba».
Tu hai giocato 81 partite in nazionale: oggi Mancini avrebbe bisogno di uno Zio baffuto…
«È cambiato il compito di un difensore. Roberto può contare su Bastoni, Mancini, Calabria. Vero, non ha tanti ricambi ma dal campionato può arrivare la sorpresa. Bearzot si trovò tra mani prima Cabrini e poi il sottoscritto 18enne. E fu Spagna ’82».