Gnonto: «Non ero scarso prima e non sono un fenomeno adesso. Avere testa vuol dire mantenere l’equilibrio»
Al CorSera: «Si parla tanto di noi giovani, ma bisogna anche dimostrarsi all’altezza. Zurigo era la cosa giusta per giocare in prima squadra»

Db Bologna 04/06/2022 - Nations League / Italia-Germania / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Wilfred Gnonto
Il Corriere della Sera intervista Wilfred Gnonto. A 18 anni ha esordito nella Nazionale di Mancini e ha segnato un gol contro la Germania diventando il più giovane Marcatore azzurro di sempre. Un gol che purtroppo, però, non è servito a niente.
«Non è questione di Gnonto o di non so chi altro. I tedeschi sono stati superiori in tutti gli aspetti, sono molto più avanti di noi e non certo da ieri. Siamo un gruppo giovane, molti fino a due settimane fa non avevamo mai giocato assieme. Stiamo cercando di ripartire e davanti abbiamo due anni difficili, ma belli: c’è entusiasmo, qualità, ed esperienza. Vediamo cosa succede».
Di lui il ct dice che ha un bel futuro, perché ha la testa.
«Vuol dire mantenere sempre l’equilibrio. Non ero molto conosciuto prima di queste quattro gare, mentre ora magari lo sono un po’ di più. Ma non ero scarso prima e non sono un fenomeno adesso».
Conosce 4 lingue, gli piace il latino, sta preparando la maturità. Ama leggere. i suoi genitori si sono sacrificati per lasciare che potesse dedicarsi al calcio.
«Molte volte non c’erano i soldi per andare a Milano all’allenamento: mia mamma lavorava in un hotel a Baveno e sperava nelle mance, per pagare la benzina. Da piccolo non potevo realizzare, ma adesso che ho 18 anni queste cose mi provocano un sentimento strano».
Gli chiedono che rapporto abbia con i soldi:
«Sono contento, perché vedo che la mia famiglia vive bene come merita. Molti hanno detto che ho lasciato l’Italia per lo Zurigo proprio per i soldi, ma non è così: era la cosa giusta da fare per giocare in prima squadra».
Per continuare a giocare alla sua età è meglio restare all’estero, rispetto alla Serie A?
«Dipende sempre dalle squadre e dal giocatore: si parla tanto di noi giovani, ma bisogna anche dimostrarsi all’altezza».