Panatta: «Al Foro giocherei con la maglia celeste e gialla», i colori dell’Ucraina
L'ex campione ricorda che nella finale di Davis vinta dall'Italia in Cile nel 1976, lui e Bertolucci giocarono con la maglia rossa per manifestare il proprio dissenso contro la dittatura di Pinochet «Nessuno ci chiese niente»

An Milano 15/04/2011 - iniziativa 'Un campione per amico' / foto Andrea Ninni/Image nella foto: Adriano Panatta
L’ex stella del tennis azzurro Adriano Panatta, a margine della conferenza stampa di presentazione della docuserie ‘Una squadra‘ dedicata alla storia del team azzurro che vinse la Davis nel 1976, ha toccato svariati argomenti inerenti il passato e l’attualità:
“Se giocassi al Foro Italico, giocherei con la maglietta celeste e gialla (i colori dell’Ucraina). Ma ognuno ha voglia di mantenere la propria sensibilità, poi se ce l’ha anche la federazione ben venga. Bisogna capire se è un fatto vero e sentito oppure no”
Panatta ricorda la finale di Davis vinta dall’Italia in Cile nel 1976 e la maglietta indossata in quell’occasione per manifestare il proprio dissenso contro la dittatura di Pinochet.
“La maglietta rossa era un’iniziativa mia e di Paolo Bertolucci. Non l’abbiamo condivisa con nessuno, né il capitano né la federazione, non se ne sono accorti. Anche la stampa presente o se n’è accorta e non ha detto niente, che sarebbe gravissimo, oppure non se n’è accorta. Dopo il doppio vinto da me e Paolo nessuno ci ha chiesto niente, neanche dopo una settimana. Nessuno ci ha fatto una domanda per 35 anni”
“È una cosa indegna che non lascino giocare questi ragazzi solo per il fatto che sono russi. Posso capire se fosse la nazionale, le Olimpiadi o la Davis dove rappresentano ufficialmente il loro paese. Ma questa è una forma di razzismo.Poi c’è il fatto che se vince un tennista russo la famiglia reale sarebbe imbarazzata a premiarlo. Eh, ce ne faremo una ragione….Oltretutto nei grandi tornei come anche al Roland Garros o a Roma c’è sempre un ex campione a premiare, se avessi vinto Wimbledon sarei stato più felice di essere premiato da Rod Laver che non dalla duchessa di Kent”.