Il Napoli segue Thorsby il calciatore ambientalista, “la Greta Thunberg della Serie A”
Si racconta a Lifegate. Arrivò a Genova dalla Norvegia con l'auto elettrica: «Faccio la differenziata con grande attenzione, ho ridotto il consumo di carne»

Tra i calciatori seguiti dal Napoli c’è il norvegese Morten Thorsby della Sampdoria. Come abbiamo scritto, Saplletti vuole cambiare la mediana del Napoli: non vede in quel ruolo Fabian Ruiz e sta cercando due centrocampisti di struttura di cui almeno uno dotato anche di lancio – qui abbiamo scritto del maliano Doucouré -. E tra i nomi seguiti dal club c’è anche Thorsby. Che è un fervente ambientalista. È tra i promotori del progetto We play green ed è stato intervista da Lifegate. Ecco qualche estratto dell’intervista.
Racconta come si è avvicinato alle tematiche ambientali.
Nel 2019, quando fu chiamato per giocare nella Sampdoria, decise di viaggiare dalla Norvegia alla Liguria a bordo di un’auto elettrica. Come nasce il suo interesse per le tematiche ambientali?
Tutto è nato quando, a 17 anni, ho lasciato la Norvegia per andare a giocare in Olanda, all’Heerenveen. Ho vissuto per la prima volta da solo, lontano dalla famiglia e dagli amici, e ho potuto dedicare molto tempo alla lettura, scoprendo in che modo l’umanità avesse distrutto la propria relazione con la natura. (…) Le mie prime iniziative? Ho parlato di questi temi con i miei compagni di squadra dell’Heerenveen e con la società. Abbiamo iniziato a spostarci dallo spogliatoio al centro sportivo in bicicletta, mentre prima per percorrere un chilometro ci muovevamo con le macchine. Poi abbiamo messo in campo iniziative per rendere lo stadio più sostenibile, ricoprendolo di pannelli solari.Così cerco sempre di preferire il treno all’aereo, laddove è possibile; faccio la raccolta differenziata con grande attenzione e ho ridotto il consumo di carne.
Ci sono degli esempi sporadici di interesse del mondo del calcio rispetto alle tematiche ambientali. È il caso dei Forest Green Rovers, la squadra più “verde” del mondo che pure milita nella quarta divisione del campionato inglese, o dell’utilizzo di maglie da gioco realizzate in plastica riciclata da parte di diversi team. Ma il mondo del calcio non potrebbe fare molto di più?
Assolutamente. Il mondo del calcio è ancora indietro su questo fronte e ciò rappresenta un grande problema. Bisogna fare un salto in avanti su questo aspetto come è recentemente avvenuto, ad esempio, su altre questioni importanti come il razzismo e i diritti delle donne. In quei casi il calcio ha dato l’esempio, ora deve darlo anche rispetto alle tematiche ambientali. Abbiamo una grande responsabilità e la possibilità di diffondere questi messaggi a un pubblico vastissimo.
La definiscono “il Greta Thunberg della Serie A”. Le piace come definizione?
Greta è un idolo per i più giovani e non solo, sta facendo cose importantissime ma il suo messaggio, così forte, arriva ovviamente solo ad alcune persone e non a tutti. Io, in maniera più leggera, punto a ispirare le persone, per far sì che modifichino le loro scelte. Il mondo del calcio ha un’audience talmente ampia da consentirgli di arrivare anche laddove Greta non riesce. Per questo non possiamo più restare fermi e in silenzio.