Sosa: «Ricordo il gol al San Paolo a porte chiuse contro il Piacenza»
Dalla sua Argentina stretta nella morsa del coronavirus il Pampa è felice che il Napoli torni in campo: «È la mia seconda casa e una parte del mio cuore è lì, con voi»

«Sono contento però di sapere che a Napoli la situazione sta migliorando: È la mia seconda casa e una parte del mio cuore è lì, con voi. Veramente sta per ripartire pure il calcio?»
Il Sosa ha ricordato il suo gol speciale segnato proprio al San Paolo nell’ultima vittoria ottenuta dal Napoli al San Paolo a porte chiuse
«Lo ricordo bene, nel 2007 contro il Piacenza. Entrai dalla panchina e decisi la gara, era destino. Successe una cosa incredibile, nell’intervallo. La distinta consegnata all’arbitro era sbagliata e per poco non perdemmo la partita a tavolino. Reja chiese infatti a Bucchi di scaldarsi ed entrare in campo, ma ci accorgemmo in extremis che nella lista dei cinque giocatori in panchina il suo nome non c’era, confuso per un disguido con quello di Amodio. Sarebbe stata una sostituzione fatale».
Invece?
«Invece Reja disse a Bucchi di rivestirsi e si rivolse a me con poche parole: Pampa, allora entri tu. Per questo dico che era destino. Grava nel finale si inventò un gran bel cross e io la infilai di testa».
Ricorda anche come fu esultare nel silenzio?
«Sì, ci arrangiammo con una coreografia e strillavamo con tutto il fiato che c’era rimasto in corpo. Ma fu lo stesso un’esultanza monca, fu stranissimo non sentire il solito urlo del San Paolo».