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Ottavio Bianchi: «L’emozione più bella fu il San Paolo tutto per me dopo la rivolta dei giocatori»

A Repubblica Napoli ricorda il coro “Ottavio Ottavio”. Le cene con Pesaola, la gara di palleggi contro Maradona e quando marcò Pelè

Ottavio Bianchi: «L’emozione più bella fu il San Paolo tutto per me dopo la rivolta dei giocatori»
Ottavio Bianchi e Diego Armando Maradona

Ottavio Bianchi – è appena uscita la sua autobiografia scritta con la figlia – rilascia un’intervista a Repubblica Napoli.

Ricorda quando marcò Pelè.

«Ero in tournée con il Napoli. Mi ero infortunato al ginocchio e volevano valutare il mio stato di forma. E giustamente mi testarono nientemeno che contro ‘O Rey. Un duello fantastico, me la cavai bene. Pelé era velocissimo. Aveva uno stacco fenomenale e giocava destro e sinistro…».

Ricorda che sconfisse Maradona in una gara di palleggi.

«San Siro, prima di una partita importante. Diego prese dal cesto della frutta un limone e cominciò. Ma io ne feci uno in più. Niente rivincita, mi avrebbe massacrato altre mille volte.

Ricorda le cene del martedì con Pesaola.

«Per me anticipava la cena alle 21, lui di solito mangiava alle 23. Voleva che migliorassi nella comunicazione».

Ovviamente il 1988, lo scudetto perso, le voci di camorra.

«Non credevo alle voci. Volevo delle prove inoppugnabili che non ho mai avuto. Alcuni dirigenti il sabato dicevano di tutto contro i giocatori, io semplicemente ho accettato il verdetto del campo. Arrivammo al match decisivo col Milan in cattive condizioni: tre o quattro giocatori stavano male».

Contro la Sampdoria, all’ultima giornata, a scudetto ormai perso, il San Paolo era tutto per Ottavio Bianchi.

«Mi avevano annunciato una contestazione. Entro in campo e in 80mila mi urlano “Ottavio, Ottavio”. È stata l’emozione più bella della mia carriera, anche più dello scudetto»

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