Castellacci: «Servono centri sportivi blindati per 40 giorni, due medici full-time. Roba da ricchi»
L'ex medico della Nazionale al Corriere Fiorentino: «Bisogna dividere la Serie A dal resto del calcio. In Serie C il medico sociale ha il suo ambulatorio»

Sul Corriere Fiorentino un’intervista ad Enrico Castellacci, l’ex medico della Nazionale italiana. Per far ripartire il calcio con prudenza occorre dividere la Serie A dal resto del mondo, dice. Per riprendere gli allenamenti occorre fare una serie di esami agli atleti e la Serie B e la Serie C non sono attrezzate per farlo.
«Noi medici sportivi ci siamo battuti affinché la Lega Calcio facesse proprie tante regole e prescrizioni che abbiamo consigliato ma anche loro si sono resi conto che molte non sono realizzabili nei campionati minori. Il mondo professionistico non è uniforme, le realtà territoriali non hanno le strutture logistiche, gli staff sanitari adeguati, i mezzi per riuscire a tenere a bada l’epidemia. Prima di far ripartire il gioco del calcio dobbiamo dividere i due mondi. E anche il presidente della Lega Gabriele Gravina ieri ha detto di iniziare a pensare prima alla Serie A, proprio per questo motivo e ha fatto proprie le nostre indicazioni».
Innanzitutto, spiega, i centri sportivi dovranno essere chiusi all’esterno.
«Ovattati, per 40 giorni. Dovranno avere una foresteria che possa contenere tutti quanti e sigillarli rispetto all’esterno. Poi occorrono sanificazioni molto serie. Altrimenti fare test e tamponi ai giocatori sarebbe inutile, se prima non garantisci un ambiente sterile. La Fiorentina ce la può fare. La Juventus di sicuro, lo so per esperienza. Anche Milan e Inter. Ma tutte le altre? Il Monopoli? L’Atletico Leonzio? Non credo proprio».
Ecco perché bisogna dividere la Serie A dal resto del mondo.
«Si deve arrivare a dividere la A dal resto del mondo per forza. Sono realtà troppo distanti. Vi renderete conto di cosa dovranno fare i medici sportivi dopo questa pandemia? Rifare test di idoneità agonistica a tutti, e molto più accurati di un tempo, tamponi tutti, esami supplementari agli atleti che sono risultati positivi, sanificazioni a tappeto. Per riuscirci occorre un staff medico importante. In primis la presenza di un dottore full time. Anzi due. Oltre ai fisioterapisti. Le squadre di Serie C hanno solo il medico part-time che ha il suo lavoro, il suo ambulatorio, e poi fa il medico sportivo per passione o per due soldi. Figuriamoci che abbiamo difficoltà a portare un solo dottore in panchina durante le partite di C e ne volete mettere uno per ogni squadra per 40 giorni in isolamento? E poi sono medici che devono prendersi la responsabilità anche a livello penale: sono medici sociali e del lavoro».
Il virus non va via da solo, fino al vaccino bisognerà conviverci. Fosse per lui, non punterebbe un euro sulla ripresa del campionato prima dell’estate.
«Non punterei un euro su nessun mese preciso. Bisogna essere cauti».
Invece la politica federale va verso la chiusura del campionato.
«Per problematiche economiche soprattutto. Ma occorre gradualità, ricominciare solo quando tutte le linee guida che abbiamo proposto saranno realizzabili, almeno per la serie A. La B non potrà certamente partire insieme alla A. mentre la C infatti ha già annunciato la chiusura del campionato».
Castellacci indica cosa fare con i calciatori fermi da due mesi.
«Dar loro altri 20 giorni di ripresa dall’inizio dell’allenamento, come nel ritiro estivo. I primi giorni da quando daremo il via agli allenamenti saranno occupati solo dai test medici, che sono tantissimi. Poi ci saranno gli allenamenti differenziati a piccoli gruppi, quelli tecnico-tattici. Poi si arriverà a fare la partitella: perché il calcio rimane uno sport di contatto ed ecco il perché insistiamo sul fatto di far vivere i calciatori isolati e sigillati rispetto all’esterno, altrimenti non potranno fare nemmeno la partitella al campetto, figuriamoci un match di serie A. Oppure pensiamo di farli giocare con la mascherina e col divieto di toccarsi?»
Un modello da seguire è quello della Cina.
«Gli unici ad aver fatto le cose per bene sono stati i cinesi, conosco bene quella realtà perché sono stato consulente medico della loro nazionale e ora lo sono del Guangzhou di Cannavaro: hanno bloccato tutti i campionati e la loro Champions, sono avanti a noi di tre mesi a tutt’oggi hanno fatto ripartire solo gli allenamenti e ancora nemmeno si sa quale sarà la data di ripresa delle partite. Con tre mesi di vantaggio sul contenimento del virus rispetto a noi, che ancora discutiamo di ripresa a breve. Basta questo per capire cosa voglia dire essere prudenti».
Le leghe europee sono andate ognuna per i fatti suoi.
«Seguendo i metodi di contenimento dei rispettivi paesi. Mi aspettavo delle linee guida uniformi da parte della Uefa. Ma ho aspettato invano».