Il Napoli rischia di dover fare mercato a saldo zero, ha aumentato troppo il costo del lavoro (Corsport)
Non era una bufala (ovviamente), sono cambiati i parametri e anche il club di De Laurentiis è a rischio. La commissione si esprimerà entro metà dicembre, il club confida nella ragionevolezza

Db Milano 01/12/2025 - Gran Gala' del Calcio Aic 2025 / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Aurelio De Laurentiis
Il Napoli rischia di dover fare mercato a saldo zero, ha aumentato troppo il costo del lavoro (Corsport)
Non era – ovviamente – una bufala quella del Messaggero della settimana scorsa. Sono cambiati i parametri dell’indice di liquidità, ne sono stati aggiunti due e uno in particolare – quello legato al costo del lavoro allargato – può fra male al Napoli di De Laurentiis. Si tratta di modifiche votate dai club di Serie A che evidentemente lì per lì non si sono resi conto delle conseguenze. Il Napoli, come la Lazio e altre, rischi di dover fare mercato a costo zero. Si confida nella ragionevolezza della commissione avendo il Napoli i conti in ordine (anche se ha chiuso il bilancio in passivo ed effettivamente il monte ingaggi è considerevolmente aumentato).
Il Corriere dello Sport con Giorgio Marota spiega l’introduzione di due nuovi parametri:
quello di indebitamento e quello legato al costo del lavoro allargato (Cla), pur di smontare la ghigliottina della liquidità. Il lavoro allargato, cioè il rapporto tra costo del lavoro (inclusi ammortamenti e stipendi) e ricavi (diritti tv, sponsor, biglietteria), è il parametro più impattante perché a gennaio è in grado di limitare il mercato ed è stato ispirato alla “squad cost rule” dell’Uefa, che fissa al 70% le spese di stipendi, commissioni e ammortamenti per chi partecipa alle coppe. Nyon ha preso da tempo questa strada: la soglia era al 90% nel 2023-24.
I RISCHI. Almeno 6 o 7 squadre del campionato potrebbero non essere in regola con il Cla,fi ssato allo 0,8. La Lazio e il Napoli in primis, per ragioni molto diverse: da una parte la riduzione dei ricavi, dall’altra l’aumento della spesa per i cartellini e gli ammortamenti. Anche alcune medio-piccole sono esposte. Le società hanno consegnato entro il 1° dicembre la documentazione alla nuova commissione voluta dai ministri Abodi e Giorgetti e presieduta da Atelli; la struttura che ha mandato in pensione la Covisoc si occuperà di spulciare i conti e fare la lista dei promossi e dei rimandati. Entro la metà di dicembre il responso: chi ha i parametri fuori misura riceverà il cosiddetto blocco “soft”, cioè quello che permette di fare comunque delle operazioni ma chiudendo la sessione a saldo zero. Nell’ultima misurazione di settembre sarebbero risultate più o meno a rischio, tra le tante, anche Sassuolo, Genoa, Pisa, Torino, Roma e Fiorentina; diverse società – come la Roma, ma non solo lei – dovrebbero essere rientrate grazie all’impegno diretto delle proprietà.










