Il mercato dei giovani talenti in Gran Bretagna è un far west, con la Brexit è caccia ai 14enni (Telegraph)
Ormai gli osservatori vengono cacciati dai campi, e i club nascondono i migliori togliendo i numeri dalle maglie

Ar Rayyan (Qatar) 29/11/2022 - Mondiali di calcio Qatar 2022 / Galles-Inghilterra / foto Imago/Image Sport nella foto: esultanza gol Phil Foden ONLY ITALY
A volte, nelle partite dei campionati giovanili inglesi, alcune squadre non mettono i numeri di maglia ai migliori talenti per cercare di rendere il più difficile possibile per i club rivali identificarli. Lo racconta al Telegraph un agente. Un tempo non era così, ma questo era prima che il potente cocktail di Brexit e le regole di redditività e sostenibilità (PSR) della Premier League mandassero in tilt il valore dei giocatori cresciuti in casa, scrive il giornale inglese che al fenomeno dedica un lungo approfondimento.
“Il mercato giovanile è come il Far West ormai”, dice un direttore sportivo della Premier al giornale. I vecchi accordi secondo cui i giocatori in età scolare non sarebbero stati strappati via sono svaniti e, al loro posto, si sta scatenando una frenetica corsa al riscatto, in un momento in cui il livello del talento inglese continua a crescere vertiginosamente e i club sanno che quei giovani – e i loro genitori – sono disposti a tutto per corsia preferenziale e/o uno stipendio garantito.
I club della Premier League – continua il Telegraph – si stanno scambiando i giovani a età, prezzi, volumi e velocità che sarebbero stati impensabili fino a non molto tempo fa. “Una delle conseguenze della Brexit del 2020 è stata quella di impedire ai club inglesi di ingaggiare giocatori di età inferiore ai 18 anni provenienti dall’estero. Quindi, se il Manchester United avesse voluto ingaggiare un sedicenne Alejandro Garnacho dall’Atlético Madrid, gli sarebbe stato impedito di farlo. Allo stesso modo, l’Arsenal non avrebbe potuto ingaggiare un sedicenne Cesc Fàbregas dal Barcellona secondo le regole attuali”.
Questo “inizialmente ha innescato una maggiore domanda di giocatori inglesi nella fascia d’età 16-17 anni, ma ora il campo di battaglia più acceso è quello dei 14-16enni. Allo stesso tempo, la PSR ha anche gonfiato il valore dei giocatori delle accademie, che quando vengono venduti rappresentano un profitto netto nei bilanci”.
“Tutti vogliamo produrre il prossimo Bukayo Saka o Phil Foden, ma qualche milione di sterline in compensi e stipendi per un quattordicenne per diversi anni è un buon affare se quel giocatore finisce per giocare qualche partita in prima squadra e poi viene venduto per 30 milioni di sterline. Sono 30 milioni di sterline di puro profitto. Chiaramente c’è sempre il rischio che un investimento si ritorca contro, ma c’è un tale premio attorno ai giovani talenti inglesi che compensa parte di quel rischio”.
Le tariffe di compensazione stabilite dall’Elite Player Performance Plan (EPPP) della Premier League non sono considerate sufficientemente proibitive da scoraggiare i club opportunisti e i più grandi sono spesso disposti a pagare cifre doppie o triple rispetto a quelle indicate, e a volte di più, per evitare storie.
La regola 362 che regola l’EPPP stabilisce che qualsiasi trasferimento da Under 14 a Under 16 tra accademie di categoria uno è soggetto a un pagamento di 80.000 sterline per ogni anno di permanenza del giocatore nel club di formazione. “Diciamo che sono stati cinque anni, ovvero 400.000 sterline di risarcimento, che è comunque molto meno del prezzo a cui alcuni di questi ragazzi vengono scambiati ora”, spiega un agente.
Il Telegraph scrive che ormai è un mondo infestato dalla paranoia. I club tengono gli osservatori fuori dai camoi, e poi quelli intercettano i genitori nei parcheggi. “La realtà è che la giostra dei trasferimenti è in pieno svolgimento e non mostra segni di rallentamento”.
“Un altro sviluppo significativo è che i giocatori, al termine del loro anno da under 14, hanno la possibilità di “dare preavviso” per andarsene, cancellarsi dal loro club e muoversi liberamente. Certamente, nel caso dei giocatori più forti, questo ha spinto anche i club più grandi a mobilitarsi per fare tutto il possibile per evitare di cadere nelle mani di acerrimi rivali. Alcuni ritengono che sia qui che i trucchi sporchi e le offerte di incentivi rischino spesso di entrare in gioco”.
“Non sembra un caso che a un numero crescente di talenti più brillanti vengano concessi quelli che nel calcio sono noti come “debutti tattici“. C’è consapevolezza della necessità di dare a questi giocatori una visione tangibile di un percorso in prima squadra, spesso prima che mai, consapevoli che se non lo faranno loro, lo farà qualcun altro”.
“I giocatori con doppio passaporto sono spesso ancora più richiesti perché questo apre le porte agli acquirenti stranieri e rimuove la burocrazia della Brexit. Questi “rischi di fuga” sono sempre più comuni in una società multiculturale come la Gran Bretagna, che ora conta un intero esercito di africani di seconda generazione e giocatori di altre nazionalità che vanno ad arricchire un bacino di talenti che è cresciuto a dismisura da quando è stato lanciato l’EPPP nel 2012, in parte in risposta alla deludente prestazione dell’Inghilterra ai Mondiali del 2010, con risultati sorprendenti”.
“C’è un’attenzione quasi patologica rivolta ad alcuni giovani, che magari devono ancora sostenere gli esami di maturità ma hanno già centinaia di migliaia di follower sui social media. Su TikTok, X e Instagram sono comparsi numerosi account in cui vengono analizzati e sensazionalizzati brevi clip di talenti emergenti. Non importa se quel giorno abbiano effettivamente giocato male. In altri casi, i giovani delle accademie stanno ingaggiando videomaker per filmare gli allenamenti quotidiani. Ancora più sconcertante è il fatto che alcuni di questi migliori giocatori under 16 abbiano un proprio account Instagram curato dai genitori, che racconta l’intera carriera. I club, a loro volta, si trovano tra l’incudine e il martello: riluttanti a nuotare controcorrente, ma diffidenti nei confronti dei giocatori che subiscono troppo e troppo presto”.











