Milan, piove sul bagnato: Jashari si è rotto il perone (scontro in allenamento con Gimenez), fuori almeno due mesi
Ko in campionato mercato fermo, altro colpo durissimo per i rossoneri. Gazzetta: "L’infortunio di Jashari potrebbe bloccare la cessione di Musah all'Atalanta"

Db Milano 23/08/2025 - campionato di calcio serie A / Milan-Cremonese / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Ardon Jashari
Mala tempora currunt in casa Milan. Dopo la sconfitta all’esordio in campionato e le complicazioni in ambito di mercato, il club rossonero è costretto a incassare un altro colpo durissimo: l’infortunio del suo acquisto più costoso (circa 40 milioni), Ardon Jashari. Il centrocampista svizzero potrebbe dover restare ai box per molto tempo.
Milan, tegola Jashari: tutti i dettagli
A riferirlo è l’edizione online de La Gazzetta dello Sport, che scrive:
“Brutte notizie per il Milan e Ardon Jashari. Il centrocampista svizzero, acquistato in estate dal Bruges, ha riportato una frattura al perone destro dopo uno scontro in allenamento a Milanello oggi con il compagno di squadra Santiago Gimenez, come rivelato dal tecnico Massimiliano Allegri nella conferenza stampa della vigilia della sfida con il Lecce. Jashari certamente starà lontano dai campi almeno due mesi, i prossimi esami chiariranno l’entità del problema e, di conseguenza, i tempi precisi della sua assenza”.
La Rosea afferma anche che il Milan “a questo punto dovrà ragionare pure sul mercato, cominciando dalla posizione di Yunus Musah, vicinissimo all’Atalanta. L’infortunio di Jashari potrebbe bloccare la cessione dell’americano o comunque costringere i rossoneri a cercare un ulteriore rinforzo in mediana”.
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Al Milan c’è un solo comandamento: non avrai altro Dio all’infuori della plusvalenza. Ad Allegri stanno vendendo tutti
Il quotidiano Libero pubblica un’analisi tanto impietosa quanto veritiera del Calcio Milan e della sua politica. Vendere chiunque, acquistare quasi nessuno. Sta avvenendo la dismissione rossonera. Povero Allegri che per principio non spara mai sul club ma non sa più che pesci prendere.
Scrive Libero con Claudio Savelli:
Sostiene il cardinalesimo – e il furlanesimo di conseguenza – che tutto si può vendere ma non tutto si può comprare. Così il Milan è diventata una vetrina di calciatori. Basta presentarsi con più di 15 milioni per portare a casa qualcuno. Non Leao, non Pulisic, ovvio, ma tutti gli altri sì. Se il bene è rimasto in vetrina per almeno due anni, non importa se impolverato come Okafor (19 milioni dal Leeds) o Chukwueze (vicino al Fulham per 25 milioni) o Musah (vicino all’Atalanta per 20 milioni), il cartellino è sufficientemente ammortizzato e diventa oggetto di plusvalenza. Ovvero il primo e forse unico comandamento del cardinalesimo – e furlanesimo di conseguenza.
Milan: per comprare un giocatore, Tare deve passare le pene dell’inferno
Così, mentre tutto esce con una facilità disarmante, per fare entrare un giocatore Tare deve passare le pene dell’inferno.
La trattativa per Harder non è la prima a essere stata costruita e poi smontata. C’è stato Boniface, prima ancora Hojlund, perso non appena è subentrato il Napoli che ha più argomenti.
Quanto tempo perso – e fatto perdere – per poi ritrovarsi a cinque giorni dalla fine del mercato senza un centrale e un centravanti da Milan. Ma non è solo una questione di qualità. Ormai lo è pure di quantità di giocatori. Con Harder, il Milan si è d’un tratto ricordato che non aspetta nessuno, al massimo si fa aspettare. Peccato che questo barlume di milanismo arrivi a fronte di una rosa che, a suon di cessioni, può andare bene per il calcio a sette del giovedì, e non si intende quello europeo dato che il Diavolo grazie alla nuova religione non ne fa più parte. Dato che la finanza è prioritaria sul campo, le uscite sono più importanti delle entrate.
Così Chukwueze e Musah potrebbero essere ceduti addirittura prima della già delicata trasferta a Lecce e Allegri, complice anche l’impossibilità di recuperare Leao, dovrà fare la conta per arrivare a undici.