Anche l’Inter vince di corto muso, brava a restare in scia. È ancora molto lunga

Si deciderà al fotofinish nonostante qualche improvvido festeggiamento a Capodichino. Chissà quand'è che Napoli ha smesso di essere scaramantica

Inter

Db Milano 03/05/2025 - campionato di calcio serie A / Inter-Hellas Verona / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: esultanza gol Kristjan Asllani

Anche l’Inter vince di corto muso, brava a restare in scia. È ancora molto lunga

Brava l’Inter. Non era facile, seppure contro un avversario modesto come il Verona. Con dieci riserve su undici, l’Inter ha vinto in scioltezza sia pure per 1-0 contro il Verona. Rete di Asllani su rigore nei primi minuti della partita. I nerazzurri restano così a tre punti dal Napoli quando mancano tre partite al termine del campionato. L’Inter deve giocare a Torino contro il Torino, poi ospiteranno la Lazio e infine a Como. Il Napoli invece attende il Genoa al Maradona, poi trasferta a Parma che oggi ha sei punti di vantaggio sul Venezia terzultimo e infine in casa col Cagliari (i sardi dovrebbero essere salvi anche se l’inimicizia ha radici ben più profonde della lotta per non retrocedere).

La lotta scudetto dunque è ancora molto lunga. Nonostante qualche improvvido festeggiamento a Capodichino, come se fosse cambiato qualcosa. Chissà quando è successo che Napoli ha smesso di essere città scaramantica. In ogni caso, l’Inter ha saputo reagire così come il Napoli ha saputo tenere il vantaggio nella partita per nulla agevole di Lecce. È molto probabile che il campionato si risolva al fotofinish. Conteranno le risorse fisiche, ma soprattutto quelle mentali.

L’Inter è sottovalutata: non ha Raphinha, Yamal o Cubarsi, ma ha tutto il resto (Athletic)

Denzel Dumfries, esterno dell’Inter, è uno dei calciatori più sottovalutati, parola di The Athletic.  “Quando diciassettenne raccontò ai suoi compagni di squadra dell’accademia dello Sparta Rotterdam che avrebbe giocato in nazionale“, gli risero in faccia. L’ex responsabile dell’accademia dello Sparta fa mea culpa.  «Allora non ce ne rendemmo conto. Ridemmo tutti».

A parte le 63 presenza con la nazionale maggiore dell’Olanda, ieri sera Dumfries si è messo in mostra “sul palcoscenico più importante del calcio di club, fornendo un assist e segnando due gol per l’Inter in una semifinale di Champions League“.

Ma “la storia di Dumfries è la storia dell’Inter“. “Sarebbero degni vincitori della Champions League“, continua the Athletic. “Sembrava la serata del Barcellona, ma il simbolo della città di Milano è il Biscione, cucito sullo stemma del club fino al 1986. Proprio come l’Inter in questa competizione, il Biscione svolge il suo lavoro in modo quasi invisibile. L’Inter potrebbe non avere il favorito per il Pallone d’Oro (Raphinha) e potrebbe non avere due dei giovani più talentuosi del calcio mondiale (Lamine Yamal e Pau Cubarsi), ma ha quasi tutto il resto“.

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L’Inter è la squadra più sottovalutata della Champions

Il vantaggio iniziale dell’Inter era un messaggio, ribadito nei 90 minuti con colpi di scena e ambizione: l’Inter non è uno zerbino per nessuno“.  Tutti pensavano che la sconfitta contro il Barcellona fosse naturale, come l’arcobaleno dopo la pioggia. Dopo il 2-2, si pensava che l’Inter fosse destinata a svanire dal campo. “Invece, è stata ad un passo dal 4-3 per la gara di ritorno a San Siro“.

Tra i sottovalutati anche Lautaro Martinez e anche altri dell’Inter. Come Sommer che The Athletic descrive come “un automa svizzero che partecipa ogni due anni ai tornei più importanti, ma ieri sera ha effettuato parate decisive su Yamal e Raphinha”.

O Acerbi. “Ha sconfitto l’alcolismo, la depressione e il cancro ai testicoli. Dopo aver fatto parte della nazionale italiana vincitrice dell’Europeo 2021, non viene convocato per la nazionale maggiore da quasi due anni“. Darmian e Mkhitaryan, “deludenti in Inghilterra, si sono ripresi sotto la guida di Inzaghi all’Inter“.

Guardando alla rosa, con gran parte dei giocatori presi a parametro zero, il club è “finanziariamente surclassato dalle altre tre semifinaliste, avendo guadagnato più con le cessioni di quanto abbia speso nelle ultime quattro stagioni“.

A unire questo gruppo c’è Inzaghi, “già uno degli allenatori d’élite d’Europa, ma che solo in questa stagione ha guadagnato un maggiore riconoscimento“.

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