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Sandro Piccinini: «Conte chiagne e fotte, il suo non è un miracolo né il Napoli una società derelitta»

A Repubblica: «Se si vince è merito mio, se si perde è colpa di qualcun altro. Questo è un po’ il suo motto, ormai lo conosciamo»

Sandro Piccinini: «Conte chiagne e fotte, il suo non è un miracolo né il Napoli una società derelitta»

Sandro Piccinini: «Conte chiagne e fotte, il suo non è un miracolo né il Napoli una società derelitta»

Nella sua rubrica su Repubblica “La sciabolata” il giornalista Sandro Piccinini dedica ampio spazio alle ultime dichiarazioni di Antonio Conte e smonta la retorica dell’allenatore del Napoli. Queste le sue parole:

A Napoli hanno tenuto banco le dichiarazioni di Conte che adesso è in testa alla classifica. Ma nelle ultime 48 ore aveva destabilizzato un po’ tutti a cominciare da De Laurentiis. A Napoli c’è un modo meraviglioso per descrivere queste persone, quelle che si lamentano sempre un po’ anche se le cose vanno benissimo come in questo caso. Lui ha detto di trovarsi benissimo a Napoli, fa un bel lavoro, guadagna un sacco di soldi però c’è sempre qualcosetta che non va. Ecco, un napoletano direbbe: “Conte? Eh ma quello chiagne e fotte”.

Questa è un po’ la fotografia della situazione. Tutto era cominciato quando Conte ha detto che a Napoli certe cose non si possono fare riferendosi a Kvaratskhelia, alla sua partenza a gennaio. Ma cos’è che non si può fare? Era forse il caso di perderlo a costo zero? Non direi. Oppure si potevano concedere 15-16 milioni quando si è parlato di rinnovo contrattuale? Non credo che il Napoli lo possa fare ma nessuna società in Italia lo può fare. È un Napoli che però insomma ha rimediato abbastanza alle partenze di Osimhen o di altri come Kvaratskhelia. Al posto di Osimhen è arrivato Lukaku che era il desiderio di Conte. Il Napoli in estate ha speso 150 milioni, qualcuno è arrivato a cominciare da McTominay che anche in fatto di gol non ha fatto rimpiangere troppo Kvaratskhelia, poi era arrivato Neres, Buongiorno in difesa.

Sandro Piccinini: “così sembra che il Napoli sia per lui una società di passaggio”

Insomma una società non troppo derelitta, perché così come la descriveva Conte sembrava quasi che fosse miracoloso stare in testa. Non è miracoloso. Conte sta lavorando bene, è un allenatore che conosciamo, un allenatore di prima fascia, bravissimo. Ma non è re Mida, se è lì è anche perché la società ha costruito le componenti giuste per tornare ad alto livello dopo un anno diciamo così di pausa. Po ha detto “non vorrei che il Napoli fosse una società di passaggio per qualche giocatore”. Eh ma con queste dichiarazioni sembra quasi che lo sia per lui una squadra di passaggio. Poi ha tirato in ballo i terreni di Castel Volturno che non sarebbero adatti per i tanti infortuni. Ma insomma, pure il Napoli di Spalletti si allenava a Castel Volturno eppure ha dominato il campionato solo due anni fa, arrivando anche nei quarti di Champions. Insomma qualche giudizio un po’ affrettato. D’altra parte Conto lo conosciamo, il suo slogan è questo. Per l’opinione pubblica e per la stampa, lui vuole che sia il titolare di un’eventuale vittoria. Se si vince è merito mio, se si perde è colpa di qualcun altro. Questo è un po’ il suo motto ma fa parte del gioco.

Non ho capito tanto il riferimento ai tifosi del Napoli, ha detto che non sono solo pizza e mandolino ma sono molto esigenti, vogliono vincere. E se non vincono diventano cattivi. Voleva dire violenti? Ma quelli sono criminali violenti che stanno in tutta Italia come abbiamo visto a Roma la scorsa settimana. Esigenti lo sono tutti, tutti vogliono vincere, non mi sono sembrati contenti quest’anno i tifosi di Juve e Milan. Quindi questa uscita se la poteva evitare ma avrebbe due modi per farsi perdonare: o chiede scusa, o vince lo scudetto.

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