La richiesta surreale al procuratore dell’organo di cui è presidente (la Figc) dopo la quasi certa richiesta di rinvio a giudizio per l’accusa di autoriciclaggio.
L’Italia è un paese fantastico. Un Paese in cui il capo del calcio italiano chiede alla giustizia calcistica di indagare su di lui. Questo è quello che scrive Sportmediaset. “Lo stesso Gravina ha scritto al procuratore della Figc, Giuseppe Chinè, segnalando la chiusura delle indagini della Procura di Roma a suo carico e chiedendo di fatto di aprire un’inchiesta della giustizia sportiva nei suoi confronti.
“Nell’assoluta convinzione della mia totale estraneità ai fatti contestati, ritengo opportuno informarla per quanto di sua competenza” si legge nella richiesta trasmessa da Gravina in cui chiede l’apertura di una indagine nei propri confronti“.
In altre parole, il presidente della Figc, potrebbe presto essere rinviato a giudizio dalla giustizia ordinaria per l’accusa di autoriciclaggio. A seguito di ciò, Gravina ha ritenuto opportuno “informare” il procuratore dell’organo di cui è presidente del possibile procedimento a suo carico. Infatti, ricorda sempre Sportmediaset, “Gravina rischia il processo per le presunte irregolarità tra cui la compravendita di una collezione di libri antichi. La procura di Roma ha chiuso il procedimento che lo vede indagato per l’accusa di autoriciclaggio: si va verso la richiesta di rinvio a giudizio“.
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Gravina si ricandida: «Si è fatto di tutto per indurmi a non candidarmi. Ma non mi conoscono»
Gabriele Gravina, attuale presidente della Figc, ha scelto di rilasciate un’intervista al Corriere della Sera per annunciare la sua ricandidatura alla presidenza della federazione. «Mi ricandido». “Due sole parole, semplici e dirette, dopo una lunga riflessione. «Non è stata una decisione facile, ma molto ponderata»“. Il 3 febbraio l’Assemblea elettiva della Figc.
“C’è un’inchiesta penale aperta: non è il momento migliore per candidarsi”.
«Ci ho pensato. Il pm per due volte ha fatto richiesta di sequestro dei beni e per due volte è stata rigettata. Sono uscito indenne sul piano giudiziario, eppure sono stato infangato».
“L’inchiesta non è chiusa, c’è chi ha letto le carte e parla di rinvio a giudizio“.
«Ho fiducia nella giustizia e sono certo che la colata di fango si esaurirà. Nello Statuto è previsto che non ci si possa candidare con una condanna per una pena superiore a un anno passata in giudicato. Per adesso non c’è neppure la conclusione dell’indagine. Sono una persona perbene che ha dato molto al calcio e vuole continuare a farlo».