L’ultrà era a conoscenza dei progetti omicidi nei suoi confronti, sapeva che Bellocco e Ferdico volevano appropriarsi del merchandising della Curva Nord
Emergono ulteriori risvolti relativamente alla lotta tutta interna alla Curva Nord dell’Inter. Beretta, uno dei membri del direttivo ultras, è in carcere per l’omicidio di Bellocco, altro membro del direttivo e rampollo dell’omonima cosca dell’ndrangheta. Berette ha dichiarato a più riprese di aver ucciso Bellocco per evitare di essere ucciso a sua volta. Infatti, l’ultrà ai pm avrebbe riferito che Bellocco voleva ucciderlo per estrometterlo dal direttivo e gestire gli affari insieme a Ferdico (anche lui coinvolto nell’inchiesta).
Le dichiarazioni di Beretta: “Mi avrebbero teso una trappola con un sonnifero e poi mi avrebbero ucciso”
Nell’integrazione della richiesta di misura cautelare nei confronti di Beretta si legge che Beretta fu “convocato, tra giugno e luglio, a casa di Bellocco” e nei box sotto l’abitazione incontrò “due emissari” del clan ‘ndranghetista, che gli avrebbero rivolto “direttamente concrete intimidazioni”. L’ultrà nerazzurro ha messo a verbale che sarebbe “riuscito più volte a sventare il progetto omicida” nei suoi confronti, “grazie alle rivelazioni ricevute dalla persona incaricata” di “tirarlo in trappola, verosimilmente con un sonnifero, e di condurlo in un luogo idoneo a perfezionare la sua esecuzione: qui sarebbe stato colpito con arma da fuoco e sotterrato”.
Beretta quindi era a conoscenza da tempo dei progetti omicidi nei suoi confronti. Proprio per questo, “e solo dopo aver subito tali intimidazioni e più tentativi – sempre secondo la versione di Bellocco – di essere portato in un luogo dove sarebbe poi stato ucciso, si era munito di una pistola, che portava con sé”. Pistola che aveva anche il giorno in cui uccise Bellocco, colpendolo, poi, a coltellate dentro la sua macchina fuori da una palestra a Cernusco sul Naviglio.
Bellocco e Ferdico, secondo le dichiarazioni di Beretta, gli avevano fatto presente “di volersi appropriare del merchandising della Curva Nord, fonte di reddito” per Beretta “con il negozio ‘We Are Milano’, e di volerne avviare uno ex novo nella città di Milano”. Il giorno dopo l’omicidio di Bellocco, Ferdico, amico dell’esponente della cosca, chiamò un broker immobiliare in relazione al “progetto di avviare una nuova attività con un negozio” in via Casoretto, “da prendere in locazione in società proprio con Bellocco”. E in quella conversazione diceva al broker: “Vi comunico che ci troviamo costretti a dover annullare con decorrenza immediata la proposta poiché uno dei soci è venuto a mancare. Vengono a mancare i presupposti per l’inizio di una nuova attività”.