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De Laurentiis rinuncia allo stadio a Bagnoli: «Col bradisismo diventa un bordello totale»

In conferenza: «Punterò sul Maradona, sempre che Manfredi sia d’accordo. Sapevo che qust’anno saremmo andati male»

De Laurentiis rinuncia allo stadio a Bagnoli: «Col bradisismo diventa un bordello totale»
Db Riyad (Arabia Saudita) 18/01/2024 - Supercoppa Italiana / Napoli-Fiorentina / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Aurelio De Laurentiis

Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis in conferenza stampa per parlare dei ritiri estivi della squadra a Dimaro e Castel di Sangro.

Partecipano anche: il presidente della regione Abruzzo Marco Marsilio, il presidente della provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, l’ad Trentino marketing Maurizio Rossini, il sindaco di Dimaro Andrea Lazzaroni, presidente dell’Apt (società privata concentrata sul turismo) di Val di Sole Luciano Rizzi, il sindaco di Castel di Sangro Angelo Caruso.

Il moderatore specifica che il focus della conferenza sono i ritiri (Dimaro 11-21 luglio, Castel di Sangro 25 luglio-10 agosto).

La conferenza di De Laurentiis

Inizia a parlare De Laurentiis:

«Oggi parleremo del Trentino e dell’Abruzzo e poi faremo un’altra conferenza stampa sul futuro che stiamo organizzando. Capisco che siete ghiotti di notizie sennò entriamo nel merito del cazzeggio… Voglio essere molto preciso nelle mie affermazioni: oggi come oggi non posso dare nessuna notizia. Quella che avete fatto circolare da tempo, sul nuovo ds, dovrebbe appalesarsi al più presto che dovrà agire sul mercato in entrata e in uscita. Mia figlia Valentina andrà in Trentino prossimamente per un sopralluogo su che cosa organizzare. Tutti gli anni c’è stata grossa partecipazione nei ritiri. Non avremo sicuramente la rosa completa per gli impegni internazionali; faremo prima una partita con una squadra locale e poi con una di Serie C o D. A Castel di Sangro invece sfideremo squadre internazionali con il nuovo allenatore».

Una novità a Castel di Sangro:

«Il sindaco Caruso mi ha detto che inaugureremo una piscina, in modo che potremo cercare di organizzare una partita di pallanuoto con i calciatori».

L’Ssc Napoli, conferma Marsilio, sarà in Abruzzo in ritiro per altri sei anni.

Fugatti spiega che si è creato in questi anni un forte legame tra il Trentino e il club Napoli. Lazzaroni annuncia che ci sarà un’inaugurazione di una grande palestra e di un parco in Val di Sole che potrà sfruttare anche il Napoli. Rossini specifica che arrivano tanti tifosi napoletani in Trentino dalle città del Nord Italia e da Paesi vicini all’Italia, non solo dalla città partenopea; inoltre, ci sarà una campagna pubblicitaria anche con i calciatori del Napoli.

Caruso regala a De Laurentiis un corno cucito da una sarta di Castel di Sangro; il presidente ironizza: «Sembra una calza della befana. Speriamo non ci sia del carbone dentro». Dona anche un’ampolla con l’acqua del fiume Sangro definendola acqua “Santa Pazienza”, De Laurentiis risponde: «Dovrei avere molta pazienza, con tanti…».

A Dimaro ci sarà nuovamente il fan village con gli eventi musicali e dove parteciperanno anche i calciatori. Confermato anche lo store ufficiale. Il 28 luglio in Abruzzo ci sarà il match contro l’Adana Demrispor per iniziare il ritiro, il 31 luglio contro una squadra francese, il 3 agosto contro il Girona.

Iniziano le domande.

Due anni fa disse che voleva riportare lo scudetto a Napoli. Per il 2024 farete di tutto per…

«Stiamo partendo con una ricostruzione totale. Devo quindi considerare la temporalità, perché bisogna investire bene e non avere fretta, non bisogna affidarsi alla dea bendata perché siamo gli unici responsabili delle nostre azioni. Sapevo perfettamente che quest’anno non sarebbe andata bene, dissi anche quest’anno non competeremo per lo scudetto. Ho quindi accettato di vivere la soddisfazione dello scudetto dello scorso anno e anche la misera annata di quest’anno, che serve per capire e fare il punto della situazione. Le situazioni vanno vissute dall’interno, è facile parlare… forse ho sbagliato a mandare via Garcia? Forse sì, forse no. Gli sbagli si commettono continuamente se si lavora. Mi sono assunto tutte le responsabilità, anche se non erano totalmente mie. Chiudo un capitolo, ne apro un altro che scriveremo con la stessa attenzione che ha permesso alla società di essere l’unica ad avere l’Europa 14 volte consecutivamente. Ci concentreremo e andremo avanti con grande passionalità. Ho sposato l’etica del lavoro».

Aggiunge:

«Ci sarà grande attesa per la nuova squadra e della società».

Progetto stadio:

«Sono stato un sostenitore di Bagnoli. Ho fatto una serie di interrogazione e analisi con me stesso e mi sono detto: ma chi te lo fa fare ad andare in un territorio dove dicono 14 mesi con due parcelle… ci mettiamo poi in un contesto che diventa un bordello totale per fare cosa? Se c’è il bradisismo per sgombrare? Proprio oggi ho chiamato i miei architetti, ho detto loro non voglio metterci più di due anni per il nuovo Maradona. Ho dato loro degli imput mentre ero in treno. Punterò sul Maradona? Sì, sempre che Manfredi sia d’accordo. Tra l’altro lui non c’è mai. Lui lo sa, gli dissi che qui non ho mai avuto bei rapporti coi sindaci. Mentre De Luca è un uomo del fare, col Comune di Napoli ho sempre fatto una fatica gigantesca per fare le cose. Io sono il motore vincente di quello stadio, siamo riusciti a portare Napoli al centro di un’Europa come fatto anche pubblicitario, ma mi viene dato lo stadio qualche ora prima, dobbiamo consegnarlo subito dopo e paghiamo quanto il Psg paga per uno stadio che ha in esclusiva totale e dal quale ricava più di cento milioni all’anno in una città che ha otto volte gli abitanti di Napoli. Ma di che parliamo? Io ci metto i soldi miei, non ho bisogno di intrallazzi o finanziamenti, mi dovete firmare una cambiale in bianco di autorizzazione perché il primo che mi blocca i lavori mi alzo, me ne vado e in questa città non mi faccio più vedere perché sono stanco di questa gente che non sa dare seguito alle parole».

Nel materiale di promozione di ritiri ci sono Osimhen e Kvara?

«Questa è una domanda paracula, ti do una risposta paracula: chi vivrà, vedrà».

Prima ha detto è stata una stagione di miseria… Conte può essere un’opzione concreta e l’uomo del rilancio?

«Ho parlato di Conte a novembre, poi non più. Quando ho chiamato Sarri, veniva dall’Empoli; anche Spalletti non arrivava da momenti di gloria. Qua sembra che ci sia solo un uomo che possa portare successo al Napoli… stiamo calmi. L’avevo detto che era difficile ripetersi dopo la vittoria dello scudetto. Io non avevo mai vissuto una situazione così, mi sono lasciato anche condizionare, i media non hanno certamente aiutato».

Il Napoli del futuro si muoverà sulla stagione di quest’anno?

«Se le scelte degli scouting non si sono rivelate quelle presunte… io la mia parte di investimenti l’ho fatta. Abbiamo preso tanti giocatori, anche nel mercato di gennaio, non mi sono mai tirato indietro anche quando avevo capito che la stagione era compromessa. Bisogna andare avanti per capire quali sono stati i pro e i contro; in una società non ci sono solo i calciatori, ci sono anche altri che lavorano su altre strade. L’unica scelta che ho fatto personalmente è stata Ngonge».

Le sue sensazioni dopo questo campionato misero, come l’ha definito lei:

«Non ho mai guardato al giorno precedente. Tutto quello che è accaduto fino a ieri non esiste più, penso già all’11 luglio in Trentino. Non sono deluso, nella vita ho sempre vinto, ma a volte quando non mi è andata bene mi ha dato una maggiore spinta. Si deve affrontare la realtà per quella che è; ci si assume la responsabilità e si volta pagina. Una volta incontrai un importante tifoso a Monaco di Baviera 10-12 anni fa, e mi disse che erano una razza che stava scomparendo; uno non può dire là ci sono tifosi e qua noi. Siamo un unicum. Poi ci sono tifosi e tifosi. Anche l’Europa ti insegna che i tifosi sono diversi a seconda dei territori. Ma ho grande rispetto di tutti, per me sono clienti che vanno rispettati e serviti, non bisogna andare mai contro».

Nell’ottica di ricostruzione sono previste anche altre figure, oltre a ds e allenatore?

«Molte».

Ha parlato di un capitolo che si chiude e uno che si apre. Riguarderà anche atteggiamento tattico del Napoli?

«Questo dipenderà dall’allenatore. Abbiamo scritto un libro nei primi 19 anni, ora ci divertiremo a scriverne un altro in un contesto che sta andando alla deriva. Abbiamo una Lega inesistente, una Figc traballante, Sky e Dazn non sanno gestire il calcio e ci andremo a rimettere soldi soprattutto con Dazn. Incasseremo nei prossimi anni meno di quanto incassato nei precedenti tre anni. Per il calciomercato rischiamo di tornare in una situazione come col Covid. Diventa faticoso essere competitivi dove Uefa e Fifa incasinano tutto con un elevato numero di partite che risulteranno sempre meno interessanti. Anche la Lega Serie A è diventata nemica delle società. Mi trovo spesso nell’imbarazzo; ho un carattere facile, ma quando vedo incompetenza divento una bestia».

Lei ha detto che sono tutti cedibili… qual è la situazione Kvara?

«Ha un contratto che scade nel 2027 0 2028, non ricordo… Sono serenissimo. Il film ha raccontato bene il momento in cui ho preso Kvara… se voi giornalisti la smetteste di dire questo e quell’altro, fate un servizio cattivo inasprendo le tifoserie. I contratti vanno rispettati».

Bagnoli quindi caput?

«Chi è che mi mette una firma che dopo cinque anni che i lavori sono finiti? Ci vogliono mettere la federazione tennistica… quali sono quindi gli ettari veri che ci sono? Penso ci sia una maledizione su quel territorio. Poi ci sono state scosse forti di terremoto…».

Di quale errore farà tesoro per rialzarsi?

«Non bisogna aspettare tanto tempo per mandare via quelle persone che vogliono andare via. Il signor Spalletti me l’ha detto un po’ troppo tardi che voleva andare via. Non ho preso Italiano perché ho un bel rapporto con Commisso e lo avevo con Barone; ho cercato anche Thiago Motta. Il Napoli è cominciato a crollare a marzo dell’anno scorso, con il 4-0 contro il Milan. Tudor voleva due anni di contratto, non me la sentivo di bloccarlo. Con Mazzarri c’è sempre stato un ottimo rapporto, anche voi ne parlavate bene. Anche se avessimo non mandato via Garcia, che era forse l’unica cosa da fare, o avessimo preso Tudor, non è detto che poi avremmo fatto un gran campionato. Nasce da qui il concetto di rifondazione».

Due anni fa i tifosi la invitavano ad andare a Bari, oggi tifosi pugliesi offendono la sua famiglia. In quest’arco di tempo ha mai pensato di mollare?

«Mai».

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