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Barazzutti: «Binaghi sta rendendo impossibile la mia candidatura alla Federtennis»

Alla Stampa: «Governa da 24 anni, ha beneficiato dell’abolizione al tetto dei mandati e il 4 maggio farà approvare norme anti-candidatura»

Barazzutti: «Binaghi sta rendendo impossibile la mia candidatura alla Federtennis»
Mi Roma 25/04/2010 - Fed Cup / Pennetta-Kvitova / foto Marco Iorio/Image Sport nella foto: Corrado Barazzutti

Barazzutti contro Binaghi. Uno degli uomini simbolo del tennis italiano che aspira a prendere il posto di Binaghi, attuale presidente della Federtennis. Una lotta intestina per la poltrona. La Stampa ha intervistato Barazzutti.

Barazzutti: «Io cerco solo un confronto, poi vinca il migliore»

Barazzutti, che succede?
«Che è stata convocata addirittura un’assemblea straordinaria il 4 maggio che prevede interventi sullo statuto che renderanno pressoché impossibile la candidatura di qualsiasi tesserato che non sia l’attuale Presidente Angelo Binaghi. Che governa da 24 anni e ha anche beneficiato dell’abolizione al tetto dei mandati».

Evitando i tecnicismi, ci fa un esempio?
«Secondo le nuove regole potrei avere anche il sostegno di 3000 circoli, ma se, fra i 68 atleti e i 34 tecnici che dovranno appoggiarmi, non ci saranno almeno due atleti e un tecnico eletti regionalmente, non potrò candidarmi».

Per la Stampa non sembra un problema impossibile. Barazzutti però spiega:
«Molti tecnici hanno legami contrattuali con la Fitp, qualche amico che mi sostiene ha già ricevuto pesanti pressioni. Poi chiediamoci: sono norme che rispettano il principio democratico di libero accesso alla candidatura? Pensi che avrò solo 20 giorni per presentare i documenti relativi alle sottoscrizioni dopo che la Fitp avrà spedito il relativo modulo: per raccomandata… No, sono norme anti-candidatura».

La richiesta di candidarsi alla presidenza della Federtennis:
«Non ho deciso io di candidarmi, me l’hanno chiesto. Da un gruppo che rappresenta la base del movimento, i maestri, i circoli e gli atleti che si impegnano ogni giorno, feste comprese, e senza i quali il momento d’oro del tennis italiano non sarebbe possibile».

A Binaghi va riconosciuto che ha contribuito al momento d’oro del tennis:
«È vero che la cima del movimento è in salute, ma la ricchezza deve essere ridistribuita alla base, ai circoli, ai maestri, agli atleti. E che invece sono in sofferenza. Il mio primo e vero scopo è aprire uno spazio di democrazia, evitando il candidato unico. Io cerco solo un confronto, poi vinca il migliore».

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