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Palladino: «Berlusconi un uomo fantastico, mi chiese se volevo la squadra prima o dopo la Juventus»

A So Foot: «Ho ricevuto la telefonata di Galliani. Siamo andati ad Arcore, avevo una certa apprensione, perché non l’avevo mai visto di persona»

Palladino: «Berlusconi un uomo fantastico, mi chiese se volevo la squadra prima o dopo la Juventus»
Db Milano 15/04/2023 - campionato di calcio serie A / Inter-Monza / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Raffaele Palladino

Raffaele Palladino ha rilasciato una lunga intervista a So Foot. L’allenatore del Monza ripercorre i momenti che lo hanno portato sulla panchina brianzola e i colloqui con Berlusconi e Galliani.

«Berlusconi e Galliani hanno deciso di nominarmi allenatore della prima squadra. Non potrò mai ringraziarli abbastanza per la fiducia. Berlusconi ha sempre creduto in me, anche nei momenti difficili, visto che dopo sei partite il Monza aveva solo un punto».

Le parole di Palladino

Palladino racconta come diventò allenatore del Monza:

«Non hanno esitato a darmi le chiavi della squadra, lì per lì ero solo l’allenatore della Primavera. Non potevo crederci, quella mattina. Ho ricevuto la telefonata di Galliani che c’era la possibilità, ma serviva l’approvazione del Presidente. Quindi siamo andati a cena nella sua casa di Arcore, avevo una certa apprensione, perché non l’avevo mai visto di persona. Appena ho varcato la soglia era tutto naturale, semplice, bellissimo. Una persona fantastica, umile, molto competente. Per me è un uomo straordinario dopo un’ora a parlare di calcio, giocatori e politica mi disse che sarei diventato l’allenatore della prima squadra. Poi mi chiese se volevo la squadra immediatamente o dopo la Juventus. Ovviamente ho risposto “ora” (vincendo poi 1-0)».

Il Monza, per volontà di Berlusconi, è un club votato alla promozione dei giovani talenti italiani:

«Era la volontà di Berlusconi, il suo sogno era avere una squadra composta da gran parte di giocatori italiani di talento. Abbiamo cercato, anche dopo la sua scomparsa, di conservare una spina dorsale di giovani giocatori italiani promettenti. Credo che sia un valore aggiunto».

Un tecnico giovane ma subito pronto:

«Avevo studiato molto la squadra prima di prenderla in mano. Nella vita devi essere sempre pronto. Sentivo che avevo la possibilità di portare qualcosa, nonostante i miei tre anni di carriera. Ho applicato quello che facevo in Primavera, con un requisito fisico superiore. Il merito è più a livello psicologico».

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