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Mancini e Amadeus via per soldi. Il primo fu linciato, il secondo è una vittima del potere (Il Foglio)

A parte un titolo forzoso della Stampa, “Mister 100 milioni”, nessuno ne parla. Anche Mike Bongiorno lasciò la Rai (andò da Silvione) per lo stesso motivo

Mancini e Amadeus via per soldi. Il primo fu linciato, il secondo è una vittima del potere (Il Foglio)
Sanremo (Im) 08/02/2023 - 73° Festival di Sanremo / foto Image nella foto: Amadeus

Mancini e Amadeus via per soldi. Il primo fu linciato, il secondo è una vittima del potere. Ne scrive il Foglio nella rubrica di Maurizio Crippa “Contro Mastro Ciliegia”. Il Foglio sorride e sbadiglia leggendo articolesse sull’epurazione di Amadeus. E ricorda che è una questione di soldi. Nel brano che riportiamo è citato sua democristianitudine che altri non è che Fiorello.

Ecco cosa scrive il Foglio:

a parte un titolo forzoso della Stampa, “Mister 100 milioni”, che ha indotto persino sua democristianitudine a rintuzzare, “la gente ora pensa che lui guadagnerà 100 milioni, ma non è così”, è bizzarro che sul trasferimento del Lautaro Martinez dei conduttori Rai a Discovery si sia straparlato di pasticci, bisticci, e ovviamente delle immancabili mani delle destre sulla tv pubblica. Che Amadeus abbia ricevuto un’offerta di quelle irrinunciabili, e non nel senso del Padrino, tale da fargli fare lo stesso salto che anche Mike Buongiorno fece ai tempi di Berlusconi, non sembra argomento bastante e sufficiente. Eppure quando il povero Mancio, per la stessa motivazione e etica – stufo di qua, tanti soldi di là – se ne andò in Arabia Saudita, fu poco meno che linciato per immoralità. (Ma col Mancio dare la colpa a Meloni proprio non stava in piedi).

Ad Amadeus volevano appioppare Povia (il Corsera qualche giorno fa)

Perché Amadeus lascia la Rai. Lo racconta il Corriere della Sera con un articolo molto informato di Renato Franco: “tutti i perché di un divorzio dalla Rai che appare scontato. Il presentatore firmerà con Discovery”.

Ecco cosa scrive il Corriere della Sera:

A 61 anni il conduttore ha tirato il suo personale bilancio professionale e ha deciso che non è disposto a sopportare ancora certe dinamiche, certe pressioni, certe sollecitazioni. (…) Si aspettava un trattamento che tenesse conto dei risultati che ha portato in Rai sia in termini di ascolti sia in termini di raccolta pubblicitaria (c’è chi parla di quasi 100 milioni di euro l’anno).

Amadeus chiedeva alla Rai autonomia e libertà. (…) Amadeus da tempo non si sente né capito né protetto.

Le prime crepe sono arrivate già prima dell’ultimo Sanremo; mentre lui ragionava sulle canzoni migliori da portare sul palco, le pressioni erano continue: la richiesta di Povia (vicino alla Lega) nel cast dei cantanti in gara, la pretesa di infilare Hoara Borselli (area Fratelli d’italia) in qualche modo come ospite, il tentativo di affiancargli Mogol (ancora Fdi) come direttore artistico. Sforzi inutili, perché il conduttore li ha respinti al mittente; ma la prova che qualcosa era radicalmente cambiato intorno a lui. In mezzo anche una richiesta quasi fantozziana: un pranzo «di cortesia» con Pino Insegno, in realtà il modo di tirarlo per la giacca ancora una volta per dare — lui punta di diamante dei conduttori — una sorta di legittimazione esterna a Insegno che è rientrato in Rai con l’etichetta di «raccomandato» per i suoi rapporti diretti con la presidente del consiglio Meloni.

La deadline è fissata a inizio settimana, quando a viale Mazzini andrà in scena l’incontro tra Amadeus e il direttore generale della Rai Giampaolo Rossi (lunedì scorso invece il conduttore aveva fatto visita all’ad Roberto Sergio). L’appuntamento sembra essere destinato ad avere i contorni di un pro forma per Amadeus che ormai sembra orientato nella sua scelta, anche se Rossi ha fatto sapere di volere far di tutto per trattenere il conduttore, anche con un importante rilancio economico.

 

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