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Jocelyn: «Portai a cena insieme Montanelli e Renato Zero. Fu una serata indimenticabile» (La Verità)

«Eravamo in un albergo sul lago di Garda. Gigi Proietti cantava accompagnato da Pippo Baudo al pianoforte. A un certo punto Gigi dice “facciamo una canzone in francese per Jocelyn” e nacque Non me rompe er ca’»

Jocelyn: «Portai a cena insieme Montanelli e Renato Zero. Fu una serata indimenticabile» (La Verità)

La Verità intervista oggi Jocelyn, il padre dei giochi televisivi come Caccia al Tesoro del 1983 oppure il Grande gioco dell’oca del 1993.

È vero che ha fatto incontrare Indro Montanelli e Renato Zero?

«Assolutamente! Durante la prima esibizione da solista di Renato, a colori, con capelli fino a metà schiena con boccoli tipo Luigi XIV, un enorme registratore Nakamisci e cuffie da pilota di aereo dove ascoltava musica e una cassetta di Paul McCartney. Aveva solo due titoli, Madame e Mi vendo. Indro Montanelli faceva l’editoriale. Nel mio studio in regia c’era un divanetto e si sedette lì a scrivere. Renato mi truccava, facendo le sue gag. A un certo punto Indro alzò lo sguardo, dicendo: “Interessante questo ragazzo”. E allora mi venne l’idea di portarli a mangiare in un ristorante a Montecarlo, dove ho passato una delle più belle serate della mia vita».

Che si dissero?

«Renato parlava di suo padre poliziotto e faceva domande a Indro sul fascismo. C’era qualche diversità di vedute, ma fu formidabile. Poi pensai a un programma che non ho venduto, mettere insieme, per un week-end, due persone che non hanno nulla a che vedere l’una con l’altra, senza orologio, in un appartamento. Quelle 48 ore sarebbero diventate un programma, rimontato, di un’ora e mezza».

Tante avventure è uguale a tanti aneddoti, come la canzone di Proietti Non me rompe er ca’

«Eravamo in un albergo sul lago di Garda. Gigi Proietti cantava accompagnato da Pippo Baudo al pianoforte. A un certo punto Gigi dice “facciamo una canzone in francese per Jocelyn” e così cominciò Non me rompe er ca’, sulla traccia di Ne me quitte pas, che poi fece parte del suo spettacolo»

Il suo incontro musicale con Lucio Dalla

«Io ho anche cantato, fatto dei dischi. Me ne vergogno un po’. Facevo una canzone un po’ idiota, con una specie di batteria, il rototom. Lucio stava registrando, nello studio accanto, l’album dove c’è Balla balla ballerino. Passava di lì e, sentendo quello che stavo combinando, si mise a suonare il rototom. È registrato sul disco»

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