Al Giornale: «Farà fatica per ritrovate i tempi sulla terra, lui sa che deve migliorare in tutto. Se a Monte Carlo fosse al 100% sarebbe un roba da matti»

Il Giornale intervista Paolo Bertolucci, ex tennista italiano che sulla terra rossa sa come si vince. Infatti, dopo la vittoria di Sinner a Miami, inizia le stagione sulla terra rossa a Monte Carlo. Bertolucci parla del fenomeno Sinner.
A Monte Carlo Sinner avrà 5-6 giorni per abituarsi al terreno
Le parole di Bertolucci al Giornale:
«Sta insegnando ai giovani il valore della fatica. E poi ci sta abituando molto male: non vorrei che il giorno che arriva la sconfitta, qualcuno decida di fare un gesto insano…».
Adesso arriva la terra rossa.
«Jannik rientrerà a Monte Carlo domani e giovedì pomeriggio farà il primo test per riassaggiare la superficie. In pratica, visto che dovrebbe poi esordire il mercoledì dopo, avrà 5-6 giorni per abituarsi al tipo di gioco. E questo dopo 10 mesi dall’ultima partita, quella persa con Altmaier al Roland Garros».
Come si adatterà Sinner al nuovo terreno?
«Farà fatica per ritrovate i tempi sulla terra. Il suo vantaggio però è che ora è un giocatore di un altro livello e può utilizzare questo periodo per incrementare il suo gioco senza assilli»
In cosa deve migliorare sulla terra?
«In tutto, lui lo sa: servizio, gioco al volo, tanti particolari. Così come hanno fatto Fededer, Nadal e Djokovic oltre i 30 anni. Se a Monte Carlo fosse al 100% sarebbe un roba da matti».
Sinner fa parte della vecchia scuola nordica: è sinonimo di silenzio, lavoro, regolarità e crescita (El Paìs)
Da ieri sera Sinner è il numero due del mondo. Nessun italiano c’era riuscito prima. In finale a Miami batte in due set Grigor Dimitrov (6-3, 6-1, in 1 ora e 13 minuti), scalvava Alcaraz nel ranking mondiale e adesso punta la vetta. Chiunque ormai pensa che è solo questione di tempo. Le redazioni di tutta Europa sono stupefatte dalla solidità mentale e di risultati dell’italiano. In questo 2024 ha perso solo contro Alcaraz. El Pais lo ricorda e commenta la vittoria di ieri sera.
Il tennis è tanto uno sport mentale. E su questo terreno Sinner è praticamente imbattibile, nonostante i 22 anni sulla carta d’identità. “Gioca con la sicurezza dei veterani, domina le partite, gli scambi“.
La descrizione che El Pais rende di Sinner è perfetta per capire che tipo di atleta è l’italiano:
“La fame, la tensione, le variabili e le buone basi sono tutte nel suo tennis, e il suo piano è sensato oltre che ambizioso. Il duo Cahill-Vagnozzi gli ha portato un vantaggio dalla panchina e ha compensato il deficit fisico con ore extra in palestra. Sinner ha il tocco dei grandi tennisti, di quelli che segnano l’epoca. La sua grande proposta di tennis è accompagnata da una stabilità emotiva sorprendente alla sua età. Ad oggi, non è mai stato estremo, sempre sobrio e prudente, a suo agio in quella terra di mezzo dove i successi non sono mai esagerati o le sconfitte non sono mai tragedie. Fermo in ogni circostanza, consuma gli avversari e colpisce da entrambe le angolazioni: è bravo sia di dritto che di rovescio“.
Praticamente una macchina da guerra. “Non ci sono lacune in un tennista sobrio, sia dentro che fuori dal campo. Non è noto per i suoi eccessi, ma per il suo buon umore e il riconoscimento dei suoi rivali. Ora che il tennis sta andando avanti, trova in lui un magnifico stendardo, molto più vicino alla vecchia scuola nordica che ai profili vulcanici. Sinner è sinonimo di silenzio e buon lavoro, regolarità ed evoluzione, perché da quando è arrivato nel tennis d’élite, nel 2020, non ha mai smesso di migliorare“.