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Almeno Manna può portare nel Napoli un po’ di sano cinismo juventino

Altro che “new 3ra”, si è tornati a dieci anni fa, agli sconosciuti Sarri e Giuntoli. Ben venga Manna, sempre meglio del film sullo scudetto

Almeno Manna può portare nel Napoli un po’ di sano cinismo juventino
Db Napoli 03/03/2024 - campionato di calcio Serie A / Napoli-Juventus / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Cristiano Giuntoli con Giovanni Manna

Almeno Manna può portare nel Napoli un po’ di sano cinismo juventino

Le ultime otto giornate del Napoli non hanno rilevanza, se non ai fini statistici. Assolutamente superfluo il risultato finale. La Conference sarebbe solo un impiccio logistico, con zero sex-appeal. La società lascia che sia. Persa tra lo stadio, il centro di allenamento in qualche non meglio precisato luogo della provincia, le confessioni al magistrato.

Far trapelare l’ipotesi Manna (il tempo quantificherà le percentuali tra rivalsa contro Giuntoli ed effettiva convinzione nelle qualità del giovane diesse), fa capire che il destino di questa stagione è assolutamente irrilevante. Ed è stato così da inizio stagione, sin da quando Garcia, carne da cannone col senno di poi, ha iniziato parlando con un codice che nessuno è stato in grado di decrittare.

Bocciato Garcia, tifoseria, saltimbanchi e compagni di merende hanno utilizzato spesso un sostantivo che fa rabbrividire: traghettatore. Dopo di quello c’è il supplente. La domanda sorge spontanea: nell’attesa di chi, ci si è dovuti sorbire una stagione che con un eufemismo definiamo “di merda”?

Perché se il successore sarà Antonio Conte allora vorrà dire che l’esperienza Ancelotti non ha insegnato nulla. Ma Conte certamente non ha voglia di venire a fare il parafulmine, consentendo agli altri di fare i para…venti. Conte basterebbe ed avanzerebbe per sopperire alle ataviche lacune societarie in termini di “classe dirigente”, eccezion fatta per genero e cadetto, ça va sans dire.

Se il successore dovesse essere una figura meno imponente di Antonio Conte ed allora il solo Manna potrebbe non essere sufficiente a permeare e proteggere uno spogliatoio che deve gioco forza ripartire da zero dopo il fallimento stagionale.
La “volubilità“ presidenziale mette in pericolo qualsiasi biodiversità da Cellole a Sapri, passando per Bagnoli. Figuriamoci in quanto tempo delegittimerebbe qualcuno in grado di non essere come Spalletti.

Per la società, piegatasi ai riti posticci e fetenti della friggitoria a cielo aperto che è diventata la città, il tempo sembra non passare mai. Arrivata allo zenit del proprio percorso, il Napoli avrebbe potuto rompere il soffitto delle proprie ambizioni, andando oltre. Non avendone il coraggio, non avendone la capacità, non avendone l’interesse come un qualsiasi concorrente del gioco dell’oca, è tornato alla casella di partenza. Dopo averci riflettuto per un anno. Non certamente in maniera indolore.

Dopo tanta indecisione, ecco dunque rispolverato il progetto che fu: Sarri Giuntoli a dieci anni di distanza. Ben venga per carità un po’ di juventinità nel Napoli. Un po’ di sano cinismo, per una tifoseria infettata dall’odio ideologico per la Juve, non può che fare bene. Ma il Napoli dieci anni dopo può continuare a ripetere sempre gli stessi schemi? Dov’è la tanto sbandierata “new 3ra”? Basta dirlo, siamo sempre allo stesso punto e allora una revisione storica di ciò che sono stati questi venti anni va fatta. Altrimenti si è solo silenti assertori con la bocca piena.

La genesi della scelta Manna arriva a valle di una stagione in cui si è visto di tutto e il suo contrario. Garcia, come detto, carne da macello data in pasto a tutti, colpevole solo di non essere Spalletti ed incapace di essere ipocrita.

Su Mazzarri pietoso silenzio.

Calzona, era un’idea futuribile, ma toltagli la parola, è diventato un semplice supplente in attesa della fine dell’anno scolastico.

Le ipotesi sono tante. Le voci altrettante. Il calciomercato, gli inzaider le agenzie immobiliari sono già a lavoro, tutti incerti delle proprie notizie.

L’unica certezza è l’uscita del film dello scudetto il 4 maggio 2024. A 365 giorni dall’ultimo momento consapevole del Napoli.

Più patetico di così si muore.

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