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Souness: «Il commentatore tv deve essere onesto e coerente. Non essere sempre d’accordo con tutti»

La leggenda del calcio inglese lavora da 15 anni a Sky: “Pogba aveva tutto, invece non lavorava. Sarà ricordato per essere stato squalificato per doping”

Souness: «Il commentatore tv deve essere onesto e coerente. Non essere sempre d’accordo con tutti»
Former Scottish Liverpool football captain Graeme Souness poses upon arrival to attend the World Premiere of ROBBO: The Bryan Robson Story, in Manchester, northern England on November 25, 2021. (Photo by Lindsey Parnaby / AFP)

Graeme Souness è una leggenda del calcio inglese. Da giocatore è passato anche per l’Italia, alla Sampdoria. Ha allenato il Liverpool. Ed è rimasto una leggenda anche nella sua seconda vita da commentatore tv. Considerato il più autorevole. Ha 70 anni. Da 15 anni lavora a Sky Sports e in un’intervista al Telegraph parla che di questo suo ruolo successivo. “Non andrò mai in pensione. Sarò in pensione quando il telefono smetterà di squillare. Non sono uno che guarda indietro. Ho 70 anni, ma alcune mattine mi sveglio pensando di averne di nuovo 21. Mia moglie mi sveglia nel cuore della notte e mi dice ‘smettila di prendermi a calci’ perché sogno di giocare ancora a calcio”.

Svolge il suo lavoro con un grande personalità: “So che dobbiamo stare molto attenti alle parole che scegliamo, ma dobbiamo essere il più onesti possibile, in modo coerente. Sta diventando sempre più difficile per chi lo fa adesso”. Dice che essere esperti ha poco a che fare con la precedente carriera: “Vincere una Coppa dei Campioni non ti qualifica per essere bravo in qualcosa. Ci sono persone che ascolterò. Ci sono persone che penso no, non imparerò assolutamente nulla da te”. 

“Se sei un esperto, l’ultima cosa che la gente vuole è che le persone siano sempre d’accordo. Non ho mai detto nulla senza poterlo sostenere. Non era solo per prendermi un titolo stupido. Mi piace pensare che potrei sempre sostenere, spiegare perché l’ho detto. Non riesco a pensare a una cosa che vorrei non aver detto”.

Restano famosi i suoi giudizi negativi su Paul Pogba: “Era frustrante. Vedevo uno con tutto quel talento, tutta quella prestanza fisica, un magnifico atleta, ma aveva un atteggiamento schifoso. Potrei parlarne anche ora per 10 minuti, ma la verità è che non ha lavorato abbastanza. La cosa peggiore che gli sarebbe potuta capitare era vincere la Coppa del Mondo da giovane. Si è seduto su una grande poltrona comoda. Non era più disposto a lavorare, pensava che fosse tutto incentrato sul fare cose accattivanti in campo. Io ogni volta che giocavo avevo un solo pensiero in testa: sarò migliore del mio avversario. Avrò una giornata migliore della sua. E il punto di partenza è lavorare più duramente di lui. Non credo che Paul Pogba abbia mai avuto questo atteggiamento. Si trattava solo di mostrare quanto fosse intelligente e carino. Sarebbe stato molto facile giocare contro di lui, per me. Perché non giocava contro di te. Non ti impediva di giocare. Non provo alcun piacere per quello che gli è successo perché era un giovane di grande talento che aveva tutto per essere ricordato come uno dei più grandi centrocampisti del calcio mondiale. Ma non sarà ricordato per questo purtroppo. Sarà ricordato per essere stato squalificato per doping”.

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