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Polemiche Meloni-rugby, Libero: Prodi e Melandri volevano cacciare Lippi, poi salirono sul carro

Nel 2006 volevano che la Figc rimuovesse Lippi da ct per Calciopoli poi vinse i Mondiali e festeggiarono in piazza con lui

Polemiche Meloni-rugby, Libero: Prodi e Melandri volevano cacciare Lippi, poi salirono sul carro
Roma 02/06/2023 - Festa della Repubblica / foto Ufficio Stampa Presidenza del Consiglio dei Ministri/Image nella foto: Giorgia Meloni

Sulle pagine di Libero Fausto Carioti risponde alla lettera di un lettore

Caro Carioti,
ma i sinistri sanno che Giorgia Meloni è presidente del consiglio? Almeno il rispetto per la carica: è lecito che festeggi un succes- so azzurro, come nel caso del rugby. Se, Dio non voglia, al suo posto si fosse trovata Elly Schlein, non avrebbe fatto lo stesso?

Tommaso Pennella Gstaad (Svizzera)

“chi è titolare di una carica istituzionale apicale ha il diritto di festeggiare con gli atleti della nostra nazionale” per Carioti è addirittura un dovere “visto che i valori dello sport – sacrificio, miglioramento continuo, rispetto delle regole e dell’avversario – sono tra i migliori che si possano indicare ai giovani”.

Ma Carioti riporta alla memoria quanto accadde nel 2006 quando Prodi e la Melandri, allora Ministro dello Sport, si fecero bandiera dei festeggiamenti per la vittoria dell’Italia nei mondiali di calcio in Germania

“I due avevano cavalcato l’ondata moralista di Calciopoli, al punto da spingere sul commissario della Federcalcio, Guido Rossi, affinché esonerasse prima dell’inizio della competizione Marcello Lippi, il cui figlio era coinvolto nello scandalo della società Gea. Rossi non li accontentò, finì come si sa e Prodi e Melandri si trasformarono nei primi supporter di Lippi e dei suoi pedatori. Melandri si fece il suo spot sul pullman dei vincitori nella passeggiata trionfale che attraversò Roma la notte del 10 luglio, cantando a squarciagola, e si mostrò ai fotografi con la coppa in mano, vinta dal ct che avrebbe voluto cacciare”.

La conclusione è secca

“E va bene la memoria corta, ma solo una grave carenza di pudore, adesso, può spiegare l’accusa di «propaganda» lanciata dalla sinistra”

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