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Il Napoli non c’è più, vittima di una strategia dolorosamente presuntuosa (Corsport)

È una triste pagina del Napoli contemporaneo, l’erede dissoluto di chi è diventato Leggenda. Lo scudetto è un inno alla nostalgia

Il Napoli non c’è più, vittima di una strategia dolorosamente presuntuosa (Corsport)
As Roma 28/01/2024 - campionato di calcio serie A / Lazio-Napoli / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Aurelio De Laurentiis

Il Napoli non c’è più, vittima di una strategia dolorosamente presuntuosa. Lo scrive il Corriere dello Sport con Antonio Giordano.

Il Napoli non c’è più, se lo è portato via il vento sferzante d’una strategia dolorosamente presuntuosa, e mentre in quello stadio l’Atalanta mostra la sintesi abbagliante del suo calcio, nel quale rimane ancora vivo il Progetto, l’eco della sofferenza è racchiuso nei cori dei cinquantamila che dimenticano ciò ch’è stato, nell’invito ai superstiti del trionfo di andarsene «a lavorare», nello sfregio irritante ad un’epoca comunque indimenticabile. «Vaffanculo lo scudetto, meritiamo più rispetto».

È una triste pagina del Napoli contemporaneo, l’erede dissoluto di chi è diventato Leggenda, ma nello 0-3 che Gasperini con quel miracolo (ancora miracolo?) chiamato Atalanta estrae dal più avvelenato uovo di Pasqua, c’è la sentenza: lo scudetto è un inno alla nostalgia.

Meluso: «Presto per un bilancio stagionale del Napoli»

Mauro Meluso, direttore sportivo del Napoli, ai microfoni di Dazn al termine di Napoli-Atalanta 0-3.

«Non è il momento di fare consuntivi, ci sono altre otto partite da onorare in cui cercare di fare il nostro meglio, dobbiamo farlo per rispetto alla nostra gente. Ci dispiace molto una sconfitta così pesante di fronte ai nostri tifosi. Dobbiamo continuare a giocare per l’obiettivo che ci diamo settimanalmente. Oggi ci sono tante discussioni giustamente di chi sta dalla parte dei media, noi dobbiamo posticiparla ad altri momenti.

Reazione dei tifosi, “andate a lavorare”, è la vostra più grande sconfitta

Meluso: «Sicuramente fa male soprattutto alla squadra, ai giocatori, a tutti, perché ovviamente pensavamo che quest’annata potesse prendere una piega differente, evidentemente si è sbagliato qualcosa, non è il caso di fare un ragionamento conclusivo. Ci auguriamo che la squadra ritrovi da subito brillantezza. È vero che venivamo dalla sosta per le Nazionali, non abbiamo dato continuità alla gara contro l’Inter che è stata secondo me positiva. Il pareggio a Milano ci ha accontentati dal punto di vista del gioco e del risultato. Al 45esimo abbiamo preso un gol con sufficienza. La sconfitta è meritata, non posso accampare scuse ma il gol al 45esimo ci ha tagliato le gambe».

«L’obiettivo è ritornare ad avere un morale alto, tornare ad avere cattiveria agonistica. Sono venuto a parlare al posto dei calciatori per tenerli fuori e cercare di ritrovare motivazioni che non hanno perso perché a Napoli è impossibile perdere motivazioni, ma devono ritrovare cattiveria. Avevamo fatto un buon percorso con Calzona anche dal punto di vista dei risultati e del miglioramento di gioco, speravamo in un filotto di partite positive non dico di vittorie, ma di continuità di prestazioni. Il primo tempo ci ha lasciato perplessi.

Ciro Ferrara: se Zielinski dimostra di esser più forte di Traoré, deve giocare.

Meluso: «Ti ho sentito prima ricordare che il Milan ha vinto lo scudetto con Kessiè, Mbappè è a scadenza col Psg e gioca. Bisogna anche andare oltre le consuetudini. Su Zielinski non abbiamo avuto atteggiamento ritorsivo né siamo andati contro le sue volontà, oggi è entrato e ha giocato. I discorsi fatti con tutti i mister sono sempre stati che la stella polare è la meritocrazia.Sempre dato ampia libertà agli allenatori».

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