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I giornalisti di Repubblica e Stampa contro Elkann: «Ha smantellato il gruppo Gedi, è una liquidazione»

Su Libero. La gestione Elkann, denunciano i giornalisti, è stata una storia di dismissioni. Sono rimaste solo Repubblica e Stampa

I giornalisti di Repubblica e Stampa contro Elkann: «Ha smantellato il gruppo Gedi, è una liquidazione»
Ferrari's Chairman and CEO John Elkann walks next to the Ferrari cars ahead of the Saudi Arabian Formula One Grand Prix at the Jeddah Corniche Circuit in Jeddah on March 9, 2024. (Photo by Giuseppe CACACE / AFP)

I giornalisti di Repubblica e Stampa contro Elkann: «Ha smantellato il gruppo Gedi, è una liquidazione». Ne scrive Libero in un approfondito articolo a firma Michele Zaccardi. Articolo che comincia così:

I giornalisti di Stampa e Repubblica si scagliano contro il loro editore, John Elkann. In quattro anni, accusano, «ha smantellato senza alcuna strategia» il gruppo Gedi. Doveva essere un rilancio, ma è diventata una liquidazione. La storia recente di Gedi, fino a pochi anni fa uno dei primi gruppi editoriali italiani, è infatti una storia di dismissioni. Sotto la gestione Elkann la tagliola ha colpito soprattutto i quotidiani. Una dopo l’altra, quasi tutte le testate locali sono state vendute. L’azienda, di cui è presidente John Elkann, conserva ancora la proprietà di Repubblica e La Stampa. L’ultima cessione, quella de Il Secolo XIX, ha scatenato l’ira delle redazioni del gruppo. «Le rappresentanze sindacali dei giornalisti delle testate rimaste non ripongono più alcuna fiducia nelle parole dell’attuale management» si legge in una nota pubblicata da quello che si definisce il “coordinamento superstite del gruppo Gedi”.

Prosegue Libero:

A suscitare la protesta dei redattori de la Stampa, che hanno dichiarato lo stato di agitazione, è anche il fatto che il modus operandi del gruppo editoriale sembra ormai consolidato. «Non è la prima volta che nel volgere di pochi giorni si concretizza quanto Gedi smentisce» spiega la nota del Cdr. «È una vergogna, un atteggiamento inaccettabile, non rispettoso della redazione e dei rapporti col comitato di redazione». Sulla stessa linea anche i rappresentanti dei giornalisti del Secolo XIX. «Dopo numerose smentite» si legge nel comunicato del Cdr, Gedi «ha dimostrato ancora una volta tutta la sua poca credibilità».

Libero ricorda che

da quando gli Elkann sono saliti al comando nel 2020 è stata portata avanti una vera e propria campagna di dismissioni.

Nel 2019, prima del passaggio di proprietà, Gedi era il primo editore di quotidiani in Italia: controllava La Repubblica, La Stampa, tredici testate locali, oltre a diversi periodici, tra cui L’Espresso, ed era uno dei principali gruppi nel settore radiofonico, con tre emittenti nazionali, tra cui Radio Deejay. (…) Pochi mesi dopo Gedi comincia a vendere. Il 9 ottobre il gruppo annuncia di aver raggiunto un accordo per la cessione del ramo d’azienda delle testate il Tirreno, la Gazzetta di Modena, la Gazzetta di Reggio, la Nuova Ferrara. Il 13 dicembre, viene comunicato via mail a Paolo Flores D’Arcais, direttore di Micromega, la chiusura della rivista culturale a partire dal 1° gennaio 2021.

Poi La Nuova Sardegna, quindi L’Espresso. E ancora: Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso, La Nuova di Venezia e Mestre, Il Corriere delle Alpi, Il Messaggero Veneto, Il Piccolo e il sito Nordest Economia.

Mentre continuano a circolare rumors sulla possibile cessione di Repubblica, il 29 settembre viene formalizzato il passaggio al Gruppo Athesis della Gazzetta di Mantova e a febbraio 2024 partono le trattative per la vendita della Provincia Pavese. Infine, mercoledì scorso, la cessione del Secolo XIX.

A dispetto delle rassicurazioni di John Elkann e dell’ad Scanavino, l’obiettivo sembra insomma solo uno: fare cassa.

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