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Friedkin: dietro i colpi di teatro, il profondo rosso del bilancio della Roma (Repubblica)

Hanno svenduto un patrimonio di calciatori, i costi sono aumentati, il debito è raddoppiato. Nonostante gli 850 milioni versati (ma molti sono prestiti)

Friedkin: dietro i colpi di teatro, il profondo rosso del bilancio della Roma (Repubblica)
Tirana (Albania) 25/05/2022 - finale Conference League / Roma-Feyenoord / foto Image Sport nella foto: Dan Friedkin

Friedkin: dietro i colpi di teatro, il profondo rosso del bilancio della Roma. A scriverlo è Repubblica che dà un po’ di numero (in senso analitico) sulla presidenza degli americani che sono tornati alla notorietà con l’esonero di Mourinho.

L’ultimo alibi è stato rimosso. Esonerare José Mourinho è l’ultimo colpo di teatro della famiglia Friedkin, che delle mosse imprevedibili ha fatto la propria cifra stilistica. 

L’arrivo di Mou fu, 3 anni fa, la reazione plastica a una disfatta, la prima della gestione Friedkin: erano passati una manciata di giorni dal 6-2 incassato a Manchester da Paulo Fonseca che precludeva alla Roma la finale di Europa League. Da quel momento è andata sempre così: a ogni critica, papà Friedkin arrivava e metteva sul piatto un sacco con i soldi per stupire con nomi inattesi.

La Roma del 2020 che i Friedkin presero da Pallotta era una società che aveva appena chiuso un bilancio in rosso di 200 milioni. Ma aveva asset di valore con cui finanziarsi: Schick, Under, Kluivert, Veretout, Ibañez, Pau Lopez, Carles Perez, Mkhitaryan, Dzeko, Zaniolo. Tutti insieme, hanno fruttato circa 125 milioni di euro al club. 

I conti sono in caduta libera: i costi della società sono aumentati da 225 a 349 milioni. Sono diminuite le perdite nell’ultimo anno, da 200 a 100 milioni, ma si è impennato il debito che dal 2020 a oggi è raddoppiato: da 229 a 448 milioni. Il patrimonio netto è sempre negativo, ma passato da 242 milioni a 436 milioni. Un profondo rossissimo, nonostante gli 850 milioni complessivi versati dai Friedkin dentro il club (anche se molti sono prestiti). 

E dello stadio al momento non c’è traccia.

Friedkin non sopportava più Mourinho

Friedkin non sopportava più Mourinho, rideva quando qualcuno gli parlava di rinnovo. Lo scrive il Corriere dello Sport con Roberto Maida.

Chi pensa che Mourinho paghi i pessimi risultati della squadra, scivolata al nono posto in classifica ed eliminata dalla Coppa Italia dopo un deprimente derby, sottovaluta tremendamente i rapporti interni. La verità è che Mourinho ha perso la Roma per sempre a Budapest, dentro a una finale sfortunata e polemica, che ha provocato una reazione scomposta contro l’arbitro Taylor e una pretesa rumorosa verso i Friedkin («Merito di più, non voglio più essere lasciato solo»). Da quel momento la sequela di provocazioni estive sul mercato non soddisfacente, compresa la foto nel ritiro di Albufeira con il vuoto del centravanti assente, unita alle valutazioni severe sul valore dell’organico, ha allargato il fossato ideologico tra le parti. Il resto è stato un lungo e logorante percorso verso l’addio che si sarebbe potuto consumare anche prima: Dan Friedkin voleva cambiare tutto già dopo Genoa-Roma 4-1, a settembre, ma fu dissuaso dal mediatore più insospettabile, il direttore dimissionario Tiago Pinto, che non vedeva all’orizzonte un valido sostituto a breve termine alla quarta giornata di campionato.

Ma se le fiamme si erano acquietate, il vulcano Friedkin non si è spento. A Trigoria raccontano che il presidente reagisse quasi ridendo a chi gli traduceva le ipotesi giornalistiche sul possibile rinnovo del contratto in scadenza. Questa eventualità, per le ragioni sopra chiarite, non è mai stata presa in considerazione.

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