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Doveri: «Tutti noi abbiamo subito minacce o violenza. Io stesso in Eccellenza ho preso uno schiaffo»

Al Messaggero: «Eppure poi sono arrivato in Serie A. C’è violenza e violenza: oggi qualcuno finisce pure in ospedale»

Doveri: «Tutti noi abbiamo subito minacce o violenza. Io stesso in Eccellenza ho preso uno schiaffo»
Db Torino 20/04/2022 - Coppa Italia / Juventus-Fiorentina / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Daniele Doveri

La classe arbitrale italiana al centro delle polemiche dopo gli errori di questa prima parte di stagione. Qualche giorno fa il designatore Rocchi ha difeso la categoria e ha alzato il tiro. Basta attacchi agli arbitri. C’è da dire che gli errori, al di là di qualsiasi fede calcistica, sono troppo evidenti per non destare almeno qualche mugugno. Il Messaggero cerca di allentare la pressione con l’intervista a Daniele Doveri, uno degli arbitri più esperti in Italia che nella giornata appena trascorsa (e ancora da concludere) ha arbitrato Verona e Empoli. Il tema è la crisi di vocazione: nessuno vuole più fare l’arbitro.

I giovani non voglio più fare gli arbitri, Doveri racconta al Messaggero perché

Perché un ragazzo o una ragazza dovrebbe avvicinarsi al fischietto?

«Perché è un’esperienza educativa e formativa. Per un giovane, oggi, è difficile prendere decisioni in un attimo e far rispettare le regole. È una dinamica cui non è abituato, considerando che a scuola riceve indicazioni dai professori, nello sport segue gli istruttori, in famiglia i genitori. Ecco, nell’arbitraggio è invece lui a decidere, sempre in base ai regolamenti».

Ciò però non toglie che spesso rischiano, senza nessuna esagerazione, veramente la vita:
«È la vera difficoltà dell’arbitraggio, specie nelle serie minori. Non capisco i motivi delle violenze. Molto spesso, tra l’altro, gli autori di insulti e minacce sono i ragazzi stessi, coetanei dei giovani arbitri. O, peggio, uomini che, per età, potrebbero essere i padri degli arbitri. È assurdo. Inconcepibile».

Come risolvere il problema?
«Li seguiamo, cerchiamo di star loro vicino, di non farli sentire soli. La nostra sezione è molto unita: offriamo a tutti, ma soprattutto a chi incappa nella violenza, molto calore umano. E tutto ciò ha un effetto, visto che quasi sempre, dopo gare macchiate da episodi spiacevoli, sono i ragazzi a chiedere: “Posso arbitrare domenica?”»

Al momento la classe arbitrale non contempla il coinvolgimento di psicologi e specialisti. Il rischio di avere dei traumi c’è. Doveri racconta la sua esperienza:
«Purtroppo devo dire che tutti noi, o quasi, ci siamo dovuti confrontare con momenti di minacce o violenza. Io stesso, in Eccellenza, presi uno schiaffo, eppure poi sono arrivato in Serie A. C’è violenza e violenza: oggi qualcuno finisce pure in ospedale».

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