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Ullrich: «Una volta ho fumato 700 sigarette in un giorno, non so come non sono morto»

“Il mio corpo da atleta ha resistito a tutto, ho bevuto e sniffato più di chiunque altro. Oltre c’era solo la morte”

Ullrich: «Una volta ho fumato 700 sigarette in un giorno, non so come non sono morto»
Former German cyclist Jan Ullrich leaves after his appearance before a court in Weinfelden on July 21, 2015 for his involvement in a three-car crash and driving under the influence of alcohol last year. AFP PHOTO / FABRICE COFFRINI (Photo by FABRICE COFFRINI / AFP)

Jan Ullrich dice nel suo documentario “Jan Ullrich-The Hunter” che se è ancora vivo lo deve al suo fisico da grande atleta. Perché ha provato a distruggersi in varie maniere, e non c’è riuscito. Una volta, racconta, ha fumato 700 sigarette in un giorno solo.

“Non ho bevuto per nove mesi ma un giorno ho bevuto un bicchiere e dopo un po’ ho perso il controllo. Sono passato dal vino al whisky. Prima un bicchiere al giorno, poi due, mi dava sonnolenza. Ero un atleta di alto livello e potevo spingere il mio corpo all’estremo. Ciò mi ha permesso di vincere un Tour ma anche di andare nella direzione opposta. Potevo bere più whisky e sniffare sempre più cocaina. Molte persone si sarebbero suicidate, ma il mio corpo ha resistito”, dice nel documentario.

“Mi inventavo pure delle sfide. Una volta volevo stabilire un record mondiale: ho fumato più di settecento sigarette in un giorno. È un mistero come ho fatto a resistere così a lungo”

E poi racconta: “Nel 2006 caddi dal piedistallo di favorito per vincere il Tour. Sono passato da purosangue a cavallo da traino. Questo è difficile e mi fa ancora male. Mi creo problemi per i miei errori e debolezze. Ero in cima, sono caduto all’inferno e ora lotto per stare in mezzo”.

Cinque anni fa lo spavento più grande: “Nel 2018 ero davvero depresso. Da ciclista ho sofferto, ma dopo la carriera quella sofferenza è andata nella direzione sbagliata. Nel 2018 ero al punto più basso, con tutto quello che una persona può sopportare fisicamente e mentalmente. Il passo successivo sarebbe stato la morte”.

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