A un evento a Monaco: «I problemi nascono quando le superstar non restituiscono nulla al gruppo o non mostrano rispetto»

Thomas Tuchel ha parlato, forse per la prima volta, della sua esperienza al Psg. Dalla prima finale di Champions della squadra francese, fino all’esonero. L’attuale tecnico del Bayern Monaco ha raccontato la sua esperienza durante la fiera dello sport Ispo, la fiera del business dello sport, a Monaco. Le parole del tecnico riportate da Le Parisien.
«Avevo uno stato d’animo molto tedesco. Noi tedeschi teniamo molto alle regole. Ma ci sono diversi modi per costruire una squadra. A Parigi, ad esempio, le regole sono completamente diverse da quelle che ci sono qui in Germania. Alcune regole mi aiutano a capire meglio i miei giocatori».
Tuchel racconta proprie le differenze tra Bayern e Psg:
«Quando sento qui al Bayern che un certo comportamento di un certo giocatore è inaccettabile, mi viene da ridere perché mi dico: non sai cosa abbiamo dovuto affrontare a Parigi! Le regole mi rendono più calmo».
E sulle superstar in squadra, l’allenatore del Bayern dice:
«Per i top player è importante integrarsi in modo sensato ed essere parte del gruppo. Il gruppo è sempre pronto a sostenere una superstar che segna. Non ci sono problemi lì. Il problema nasce quando le superstar non restituiscono nulla al gruppo o non mostrano rispetto. Cerchiamo di costruire un gruppo giorno dopo giorno. Ma ci sono alcuni giocatori che hanno bisogno dei riflettori. In questo caso non vanno tolti dai riflettori, non vanno sminuiti. Sono i top player e va bene se segnano gol».
Gli elogi a Marquinhos e Thiago Silva:
«Nello spogliatoio del Psg c’erano giocatori molto esigenti e pieni di talento. Hanno un grande ego che li spinge avanti. L’allenatore ha bisogno di una buona connessione con loro, altrimenti non puoi convincerli delle tue idee. Ci sono i grandi nomi, ma ci sono anche le superstar tranquille come Marquinhos e Thiago Silva a Parigi. Ho imparato molto da questi giocatori anche come allenatore. Sono molto importanti come modelli per il modo in cui riuscivano a incidere sulla squadra»