Dopo le accuse all’arbitro Marcenaro e a Berardi. Una “partita” giocata a ritmi bassi, confronto che potrebbe rivelarsi costruttivo

Mourinho novanta minuti in udienza dal procuratore Figc. È quanto scrive il Corriere dello Sport.
José Mourinho ieri sera, intorno alle 19, ha cambiato idea e ha deciso di parlare. Fino a qualche ora prima aveva scelto di trascorrere una vigilia di campionato in silenzio, per concentrarsi esclusivamente sulla squadra senza quindi pensare alle vicende extra campo. Poi l’improvviso dietrofront per programmare la conferenza stampa per le 14 di oggi. Tutto questo subito dopo aver terminato l’udienza di un’ora e mezza con il procuratore federale Giuseppe Chiné.
Negli atti spediti a Trigoria qualche giorno fa è stata contestata la violazione dell’art. 4 del codice di giustizia sportiva, quello che cita lealtà, probità e correttezza, nonché il 37 del regolamento del settore tecnico, che impone agli allenatori di “essere esempio di disciplina” oltre che “ispirare la loro condotta al principio della deontologia professionale”. Per la procura è degno di sanzione il comportamento che porta a dire di un arbitro «non ha la stabilità sufficiente emozionale per una partita di questo livello» ma anche di un giocatore (Berardi) «è troppo quello che fa per prendere in giro tutti, per prendere i gialli, rigori inesistenti, espulsioni. È troppo». Alle accuse verso Mourinho è arrivata la difesa della Roma, compatta nel difendere il proprio tecnico, reo per il club di aver espresso un giudizio scevro da qualsiasi accanimento e figlio di una valutazione nel pieno del diritto di critica.
Ed è ciò che è stato detto anche da Mourinho ieri a Chiné, supportato naturalmente dal lavoro degli avvocati Antonio Conte e Daniele Muscarà in un’ora e mezza di dialogo (niente portoghese, tutto in italiano) tra le parti. Una “partita” giocata a ritmi bassi, con grande serenità e con un confronto che potrebbe anche rivelarsi costruttivo per il prosieguo della stagione.
MOURINHO E LA CLAQUE DI GIORNALISTI (DAMASCELLI)
Mourinho gode di grande claque tra i giornalisti, può permettersi il dispregio degli avversari (Damascelli).
Ecco cosa scrive Tony Damascelli per Il Giornale.
La Roma ha vinto sul Sassuolo, arbitro e Berardi ininfluenti. Smentite le profezie dell’arruffapopolo portoghese e della sua
orchestra, ieri un altro espulso tra i suoi collaboratori di bordo campo, ormai non fa più notizia tanto è grottesca la cronaca dell’ex special one che, a completare la propria recita, nel dopo partita si è presentato esprimendosi esclusivamente nella sua lingua madre portoghese, nuovamente insultando Berardi, per poi svignarsela, lasciando all’interprete la decodifica del domizio. Ben ci sta, Mou gode di grande claque anche tra i giornalisti, lui se la spassa sul triclinio e può permettersi la qualunque, anche il dispregio dell’avversario tra gli applausi dei cortigiani.