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Giuntoli: «Emozionato di rivedere il Napoli ma sono molto felice di essere alla Juventus»

A Sky Sport: «L’abbraccio con Luciano Spalletti? C’è molta stima, molto affetto. È stata una cavalcata incredibile, e di questo lo ringrazio»

Giuntoli: «Emozionato di rivedere il Napoli ma sono molto felice di essere alla Juventus»
Mp Cesena 12/08/2023 - amichevole / Juventus-Atalanta / foto Matteo Papini/Image Sport nella foto: Cristiano Giuntoli

Cristiano Giuntoli a Sky Sport, al Gran Galà del calcio.

Di Marzio gli chiede dell’incontro con i calciatori del Napoli.

«Emozionato ed emozionante ma il presente e il mio futuro è la Juventus e sono molto felice di essere alla Juventus»

«Marotta è un maestro per tutti noi. Noi siamo consci delle nostre forze, puntiamo al quarto posto, anche se non impediamo ai nostri calciatori di sognare».

Lo scudetto.

«È passato troppo poco tempo, dobbiamo aspettare, la strada è molto lunga».

«Stiamo parlando un po’ con tutti per i rinnovi, nessuno in particolare. Siamo fiduciosi che in tanti possano continuare con noi in futuro».

Il mercato di gennaio?

«Vogliamo continuare col nostro progetto che coniuga sostenibilità e competitività. Vediamo le opportunità che si presentano. Pensiamo anche a calciatori che hanno giocato poco, come Nicolussi Caviglia, Iling.

Soulé?

Giuntoli: «È molto bravo, sta facendo molto bene, vuol dire che il percorso che abbiamo segnato per lui sta dando buoni frutti».

L’abbraccio con Luciano Spalletti.

Giuntoli: «Molta stima, molto affetto, abbiamo vissuto due anni gomito a gomito. È stata una cavalcata incredibile, e di questo lo ringrazio».

De Laurentiis: «Oggi i bambini di Napoli tifano di più Napoli, quando arrivai non era così»

Aurelio De Laurentiis al Gran galà del calcio

«È stato un anno indimenticabile, atteso 33 anni dai napoletani. A Napoli esiste un solo mito era ed è il mito di Maradona, noi siamo riusciti a portare un sorriso in questa città e soprattutto a insegnare ai più piccoli che lo stadio è un centro di aggregazione molto importante dal punto di vista sociale. Oggi i bambini tifano di più. Quando sono arrivato per la prima volta, dopo aver prelevato il Napoli dal fallimento, fummo ammessi in Serie C, vidi su un campetto, tre bambini: uno con la maglia della Juventus, uno dell’Inter, uno del Milan, chiesi: perché non avete la maglia del Napoli? Loro mi risposero: ma tu chi cazzo sei? Pensai: qui c’è molto da lavorare. Ma la sfida per chi viene dal cinema ce l’hai sempre, il vero committente è il pubblico. Il vero committente del calcio sono i tifosi.

Ho incontrato dopo un lunghissimo corteggiamento un grandissimo allenatore. Otto nove anni fa ci provai con Chiavelli ma Spalletti non poteva venire, era legato da contratti con la Russia. Finalmente tre anni fa bussai alla sua porta nel Bosco Verticale, lui ci aspettava con aria guardinga e misteriosa nel garage e ci mettemmo d’accordo per giugno. È stato un matrimonio felice, talmente felice che quando mi ha detto “non me la sento di andare avanti”, pensai che avevo obbligato Benitez a rimanere e non andò bene. Bisogna anche ringraziarlo e lasciarlo andare, pensai, ha dato lo scudetto dopo 33 anni.

Amore? Nella vita è molto importante il rispetto che uno vorrebbe sia bilaterale. Dipende anche dalla generosità, io sono un generoso, il cinema ti insegna a essere un vero imprenditore. Fare impresa e non far presa, purtroppo il calcio non l’ho trovato  avvezzo a tutto ciò.

Ringrazio Spalletti, i miei straordinari giocatori, Giuntoli, Chiavelli, ma soprattutto ringrazio i tifosi del Napoli che meritano questo e speriamo di continuare ad accontentarli».

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