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Il Milan riesce a perdere in casa con l’Udinese, Pioli si avvicina all’uscita

I rossoneri giocano una partita vietata ai minori di diciotto anni. A Udine non volevano Cioffi: i tifosi non capiscono nulla a ogni latitudine

Il Milan riesce a perdere in casa con l’Udinese, Pioli si avvicina all’uscita
AC Milan's French forward #09 Olivier Giroud reacts during the Italian Serie A football match between AC Milan and Udinese at San Siro stadium in Milan, on November 04, 2023. (Photo by GABRIEL BOUYS / AFP)

Il Milan perde in casa con l’Udinese, Pioli si avvicina all’uscita. Bordate di fischi a San Siro. L’Udinese non aveva ancora vinto in questa stagione.

Il dio del calcio si fa sempre sentire. Se sostituisci Leao e Giroud con Okafor e Jovic (è accaduto a Napoli una settimana fa), sei destinato a un brutto avvenire. Il dio del calcio ti punisce. È quel che è successo a Stefano Pioli allenatore (non sappiamo ancora per quanto) dei rossoneri che questa sera a San Siro sono riusciti nell’impresa di perdere in casa – diremmo anche meritatamente – con l’Udinese di Cioffi (tecnico malvisto dai tifosi che non capiscono niente a ogni latitudine: è una delle poche certezze del mondo del calcio). Ha anche schierato Jovic dal primo minuto.

Senza dimenticare l’iniziativa orwelliana del Milan nel tentativo di condizionare i giornali on line. Sconfitta meritata su tutta la linea.

Il gol decisivo lo ha segnato nella ripresa Pereyra su rigore. Dopo lo svantaggio il Milan ha annaspato, non è che prima brillasse. Tranne un sussulto nel finale. Inutile. A questo punto forse Antonio Conte potrebbe affacciarci dalle parti di Milanello.

Il Milan resta terzo in classifica a sei punti dall’Inter. I rossoneri hanno l’alibi degli infortuni, stasera si è aggiunto Theo Hernandez. Ma vale la legge dell’inizio, quella che (per nostra fortuna) abbiamo imparato al Maradona.

PIOLI A RISCHIO SECONDO REPUBBLICA

Il posto di Pioli in panchina non è così saldo:

Il Milan, rimontato dal Napoli, è uscito dal Maradona con sentimenti opposti e non sono quelli piacevoli a prevalere. […] La consapevolezza di avere rischiato in 11 contro 10 il colpo in extremis di Kvaratskhelia, la fragilità dell’intera fase difensiva, i malumori di spogliatoio che affiorano, il disagio sempre più evidente di Leao e la quantità crescente di infortuni non ha prodotto l’annunciata intercambiabilità. Anzi, adesso che le assenze si moltiplicano, anche le soluzioni tecniche e tattiche diventano figlie dell’emergenza. Il campionato non è compromesso. Ma Pioli sa benissimo che non sarebbe un piazzamento tra le prime quattro a conservargli l’indulgenza di Gerry Cardinale. A muovere il giudizio sull’allenatore è la Champions in corso e non solo per ragioni tecniche: alla base della valutazione del lavoro dell’allenatore ci saranno anche le considerazioni economiche“.

In altre parole, a Cardinale non basta più il passaggio del girone. Vuole di più. Certo arrivare fino in fondo è un’impresa, non impossibile, ma pur sempre un’impresa. Il Milan l’anno scorso ha visto gli introiti crescere vertiginosamente con l’approdo in semifinale. E continuare su questo cammino certo non dispiace.

 

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