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Ziliani: «Fabrizio Corona ha fatto lo scoop dell’anno» (Il Fatto)

Se il nome che ancora non ha reso noto (top player di fama internazionale che gioca in A da anni) è vero, ci sarà da ridere. O da piangere

Ziliani: «Fabrizio Corona ha fatto lo scoop dell’anno» (Il Fatto)
Fugitive Italian paparazzo Fabrizio Corona (C), convicted of extortion, leaves the Lisbon Court of Appeal on January 24, 2013 in Lisbon. Corona, who had disappeared hours before an appeal court in Italy confirmed his conviction and five-year prison sentence for blackmailing celebrities with compromising photographs, surrended to police near Lisbon on January 23, 2013. AFP PHOTO/ PATRICIA DE MELO MOREIRA (Photo by PATRICIA DE MELO MOREIRA / AFP)

Paolo Ziliani sul Fatto quotidiano scrive di Fabrizio Corona e del caso scommesse che lui ha sollevato.

Oggi a terremotare il Palazzo del Pallone è un personaggio la cui vita spericolata e il cui ego strabordante non hanno bisogno di presentazioni: Fabrizio Corona, di professione “ex” (ex giornalista, ex fotografo, ex imprenditore, ex fidanzato di Belen Rodriguez, ex carcerato), sul conto del quale le ironie si stanno sprecando ma al quale, se il fiuto cronistico ha ancora un valore per chi si occupa di informazione, va riconosciuto di aver centrato lo scoop dell’anno: quello di giocatori giovani e famosi, di club di grido come Juventus, Milan e Roma (e presto, pare, anche di Inter e Lazio) che scommettono sulle partite, finiscono col farsi prendere la mano, perdono cifre importanti e finiscono nei guai. Pare sia successo a Fagioli, a Tonali e a Zaniolo (ricordate quando una sera subì un tentativo di aggressione al suo rientro a casa? Ecco), pare soprattutto che a scommettere fossero in tanti.

Si può anche compatire Corona, biasimarlo per i modi rudi e volgari con cui approccia giornalisti e operatori dell’informazione ma di certo finora le sue rivelazioni hanno colpito nel segno. E se il nome che ancora non ha reso noto (un top player di fama internazionale che gioca in A da qualche anno) è vero, allora ci sarà da ridere. O da piangere, scegliete voi.

L’INTERVISTA A FABRIZIO CORONA

Fabrizio Corona intervistato dal Corriere della Sera a firma Andrea Pasqualetto che è andato a casa sua.

«Domenico, ti prego, abbiamo cinque milioni di persone, attaccami quel sito», si scalda parlando con uno dei suoi uomini collegati dalla sede di Dillingernews, l’ultima creatura, dove lavorano in dodici fra giornalisti, dirigenti e segretarie.

Siamo in questo loft milanese che è la sua casa.

Quante squadre di calcio sono coinvolte?

«Cinque sei».

I nomi?

«Non posso farli altrimenti vengo indagato».

La polizia l’ha sentito giovedì come persona informata sui fatti e dopo qualche ora gli agenti si sono presentati a Coverciano a consegnare l’avviso di garanzia a Tonali e Zaniolo. «Non sarebbero mai andati lì se Dillinger non avesse fatto i nomi. Loro li sapevano ma avrebbero aspettato la partita dell’Italia. Stiamo facendo praticamente due inchieste parallele. Questa è la prima volta che lavoro con la Procura diciamo non da infame, ho fatto sette anni di galera…».

Nessuna talpa, fra gli investigatori, assicura: «Solo lavoro giornalistico». Annuncia fuochi d’artificio per la settimana prossima. «Dirò tutto al programma di Nunzia De Girolamo, subito dopo la partita. Faremo altri nomi e sveleremo la nostra fonte delle notizie… è lo zio di un ex calciatore dell’Inter di Mourinho, amico intimo di Mario Balotelli. Mario è un mio amico, è venuto tante volte qui da me, era scioccato dalle prove che gli ho dato… lo zio racconta che suo nipote si era trasferito a Roma e poi ha aperto una bisca». Tutto verificato? «Tutto verificato… martedì manderemo l’intervista e faremo altri nomi… un po’ per volta».

Cosa ci guadagna Corona in tutto questo?

«Christiaaan! Digli quanto vale ora il sito». «Un milione di euro», risponde l’altro. «In una settimana siamo diventati punto di riferimento per tutta l’informazione. Oggi in Italia ci sono solo due cose: Hamas e questa… e questa l’ha fatta la banda Dillinger… siamo dei fuorilegge dell’informazione che rischiano la vita».

Oh, ragazzi, abbiamo postato?». «C’è un problema di server». «Basta, postiamo quel nome!».

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