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Valdano: «Berlusconi capì prima degli altri che eravamo entrati nella società dello spettacolo»

Su El Pais: «Ha stravolto la politica e il modo di intendere il calcio come nessun altro. Era un nuovo Agnelli, ma meno aristocratico»

Valdano: «Berlusconi capì prima degli altri che eravamo entrati nella società dello spettacolo»
Former Italian Prime Minister Silvio Berlusconi arrives at the Ciampino Airport, near Rome on March 25, 2014. Italy's former prime minister and media tycoon Silvio Berlusconi on March 22, 2014 dismissed rumours that one of his children would fly his party's colours in the European Union's May elections. AFP PHOTO / ANDREAS SOLARO (Photo by Andreas SOLARO / AFP)

Jorge Valdano su El Pais dedica il suo spazio al Milan di Berlusconi. Valdano ricorda come il Milan di Sacchi era anche il Milan di Berlusconi. Il primo presidente che ha usato il calcio per i suoi scopi politici. Non è necessariamente qualcosa di negativo, basti pensare all’Arabia Saudita. In altri termini Berlusconi è stato il primo a utilizzare il calcio come soft power politico.

Scrive Valdano:

Se calcisticamente il Milan era di Sacchi, sul piano politico e sociale era, indiscutibilmente, di Berlusconi, che acquistò quel Milan per maggiore gloria personale e trasformò il successo calcistico in una piattaforma promozionale con obiettivi politici. Sacchi avrà cambiato il calcio, ma Berlusconi ha cambiato il modo di intendere la politica. Non fu il primo a conoscere le potenzialità commerciali del calcio, ma fu quello che lo fece con più intelligenza e sfrontatezza“.

Il Milan di Berlusconi come esempio di prima squadra che cura l’immagine:

Quando il calcio era già popolarissimo, ma ancora un po’ rozzo, il Milan andava in giro con uno stile glamour fino ad allora sconosciuto. I giocatori si vestivano come per una sfilata di moda, erano la prima delegazione sportiva a soggiornare nell’esclusivo hotel Ritz di Madrid. Nel frattempo Berlusconi gestiva la propria immagine utilizzando tutti i principi del marketing aziendale. Era un nuovo Agnelli, ma con grandi differenze. Gli Agnelli esibivano un potere quasi aristocratico. Berlusconi aveva troppo senso dello spettacolo per apprezzare i vantaggi del mistero“.

Valdano ricorda quando Berlusconi utilizzava l’elicottero per andare a Milanello. E poi “ostentava un machismo impenitente, mostrando donne giovani e belle come un’altra dimostrazione del suo potere“.

In Italia, stranamente agli occhi di Valdano, questa cosa funzionava. L’elettorato lo glorificava, “forse perché eravamo entrati a pieno titolo nella società dello spettacolo e lui lo aveva capito prima e meglio di chiunque altro. Berlusconi era uno spettacolo vivente. Dal vivo aveva la simpatia del giocatore d’azzardo, l’umorismo di classe dei nuovi ricchi e il cinismo di coloro che si sentono al di sopra del bene e del male“.

La conclusione dell’intervento ricorda lo spirito battagliero del Cavaliere, quando in occasione della finale di Champions a Barcellona contro la Steaua Bucarest, si recò presso la cappella interna allo stadio.
Quando poi passò davanti agli spogliatoi, disse a Sacchi che nello stadio c’era una cappella e che lui veniva da lì: «Sei andato a pregare, presidente?». «No, sono andato a dirgli che sono comunisti»“.

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