Mancini non si lamenti delle critiche: ha scelto l’Arabia dopo aver difeso la comunità LGBTQ+ (The Athletic)

Chissà se mentre sceglieva la perfetta cravatta verde lime per la sua presentazione ha pensato che i sauditi calpestano i diritti umani 

Mancini caressa

The Athletic dedica un lungo pezzo all’ex commissario tecnico della Nazionale italiana, Roberto Mancini. Un pezzo che ricostruisce il suo addio all’Italia per l’Arabia Saudita, un addio che “ha amareggiato l’Italia“.

L’arrivo di Mancini in Arabia è stato salutato con la Kingdom Tower di Riyadh illuminata di verde. Un ologramma gigante della maglia della Nazionale ed un messaggio di benvenuto al nuovo allenatore. Mancini ha postato il video del grattacielo su Instagram, dove lo seguono 1,1 milioni di follower e persino il suo amico Salt Bae gli ha messo il mi piace.

“Sono solo social media, ma, d’altra parte, ciò che pubblichi sui social media è preso molto sul serio nel Regno”.

“Solo un paio di giorni dopo che Mancini è atterrato a Riyadh per essere presentato alla stampa locale, Amnesty International ha chiesto ai funzionari sauditi di annullare la “ridicola” condanna a morte emessa contro il 54enne insegnante in pensione Mohammad bin Nasser al-Ghamdi esclusivamente per la sua pacifica attività online su Twitter e YouTube. L’organizzazione per i diritti umani, che si oppone alla pena di morte, ha impostato il caso di al-Ghamdi nel contesto di una crescente repressione contro le persone che usano i social media per esprimere le loro opinioni in uno stato che ha giustiziato 196 persone l’anno scorso. Se tutto questo abbia attraversato la mente di Mancini mentre sceglieva la cravatta verde lime perfetta per l’occasione del suo annuncio come nuovo allenatore dell’Arabia Saudita non è ancora chiaro. Ha mostrato sensibilità in passato, usando la sua piattaforma per evidenziare cause al di fuori del calcio”.

Come quando criticò Sarri per avergli dato del finocchio, nel 2016. The Athletic lo ricorda. All’epoca Mancini disse:

«Il problema non è che Sarri mi abbia offeso. Non mi sento ferito dai suoi insulti. Quello che ha fatto in realtà è offendere molte persone in Italia e in altre parti del mondo che vengono derise da persone che tirano fuori queste parole sminuenti. Ogni tanto qualcuno si toglie la vita perché non ce la fa più. Quante volte abbiamo letto storie del genere?».

The Athletic continua:

“Proprio come Jordan Henderson, mostrando empatia e solidarietà alla comunità LGBTQ+, Mancini ha fissato un’aspettativa e si è aperto alle critiche accettando di lavorare in uno stato in cui i diritti di quella comunità sono criminalizzati”.

In Italia Mancini è stato subissato dalle critiche per la sua scelta, tanto che l’ex commissario tecnico ha detto di essere stato trattato alla stregua del mostro di Firenze. Non è stato l’unico allenatore ad essere stato messo nel mirino dai sauditi. Ci sono stati anche Mourinho e Allegri, che hanno rifiutato. Come hanno rifiutato di trasferirsi in Arabia anche Wojciech Szczesny, Ciro Immobile e Piotr Zielinski, ricorda il quotidiano inglese. Mancini, invece, ha accettato. Come hanno accettato tanti altri giocatori di Serie A e di altri campionati europei. Ma la Serie A che spesso ha criticato l’assalto saudita, scrive The Athletic, rischia di apparire ipocrita.

La Serie A non può essere troppo critica senza apparire ipocrita. Secondo quanto riferito, è stato offerto un accordo da 138 milioni per riformattare la Supercoppa Italiana ed estendere il suo accordo per giocare il nuovo torneo final four in Arabia Saudita”.

L’Inter, il cui amministratore delegato Marotta pure ha criticato l’assalto saudita,

“è stato probabilmente il primo a inondare il mercato dei trasferimenti con i soldi del petrolio negli anni ’60, quando Angelo Moratti ha investito la ricchezza accumulata dalle sue raffinerie sarde nella squadra. Attualmente di proprietà della società cinese Suning che ha pompato, secondo le stime di Marotta, 700 milioni di euro nella squadra dal 2016, l’Inter ha anche figurato come parte dell’ultima spinta sovralimentata approvata dallo stato per accelerare una nazione in una superpotenza calcistica”.

Del resto, ricorda The Athletic, anche l’ultimo allenatore dell’Italia vincitore della Coppa del Mondo, Marcello Lippi, e il capitano Pallone d’Oro Fabio Cannavaro hanno fatto parte di quella squadra, assumendo ruoli con la nazionale cinese e con il Guangzhou Evergrande. E poi c’è Graziano Pelle, che per anni è stato il giocatore italiano più pagato per il suo trasferimento allo Shandong Luneng o Sebastian Giovinco, che ha trascorso un paio di stagioni all’Al Hilal.

“Mancini, avendo già lavorato nella Turchia di Erdogan (Galatasaray) e nella Russia di Putin (Zenit San Pietroburgo) per club piuttosto che per i Paesi stessi, ha semplicemente seguito le loro orme di corsa all’oro in un momento in cui l’Italia stessa si sta avvicinando all’Arabia Saudita. Matteo Renzi, l’ex primo ministro, ha dichiarato di aver guadagnato 1,1 milioni di euro dalla consulenza in Arabia Saudita. Il governo di Giorgia Meloni ha revocato l’embargo sulla vendita di armi, imposto per impedirne l’uso nel conflitto in Yemen. All’inizio di questa settimana si sono tenuti colloqui sul potenziale investimento saudita nel nuovo fondo Made in Italy che è stato istituito per sostenere la produzione italiana. È stato firmato un memorandum d’intesa per rafforzare i legami economici. Il fondo di investimento pubblico dell’Arabia Saudita ha acquistato una partecipazione del 33% in Azimut Benetti, il produttore italiano di mega-yacht. Durante la pandemia di Covid, PIF è stato ripetutamente collegato con un’acquisizione dell’Inter senza che gli investimenti si siano mai materializzati”. 

Ieri sera Mancini ha debuttato sulla panchina dell’Arabia ed ha perso rovinosamente. “E’ stato un inizio tutt’altro che da sogno per il Mancio“.

 

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