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I pm: «Boiocchi gestiva la vendita dei biglietti Champions dell’Inter ai bagarini» 

Su Il Fatto. L’ultrà ucciso lo scorso ottobre controllava anche il merchandising in curva e le casse della Nord attraverso una onlus per il recupero dei detenuti

I pm: «Boiocchi gestiva la vendita dei biglietti Champions dell’Inter ai bagarini» 
Mg Milano 26/10/2022 - Champions League / Inter-Viktoria Plzen / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: tifosi Inter

Il Fatto Quotidiano scrive di Vittorio Boiocchi, capo ultrà dell’Inter ucciso con cinque colpi di pistola fuori casa il 29 ottobre scorso. Gestiva i biglietti della Champions interista, il merchandising ultras e le casse dalla Nord, attraverso una onlus che si occupa del reinserimento di detenuti.

“La gestione dei biglietti della Champions, gli affari del merchandising ultras assieme al narcos Nazzareno Calajò e il controllo delle casse della curva Nord dell’Inter attraverso l’aiuto di una amministratrice di un gruppo di onlus che si occupa del reinserimento dei detenuti”.

Tra i contatti di Boiocchi c’era Nazzareno Calajò, detto Nazza, cittadino serbo legato all’amministratrice della onlus per i detenuti.

Il 2 dicembre 2019, una settimana prima di Inter-Barcellona, Boiocchi spiega a Nazzareno:

«Ci siamo fermati a 112, ci ha messo un po’ad accreditare i soldi e a quel punto i biglietti sono finiti (…). Io ho già chiamato chi di dovere (…). Sto parlando del Barcellona (…). Li sto dando al prezzo concordato con te».

Per gli investigatori:

«Boiocchi si starebbe organizzando per effettuare delle vendite di biglietti delle partite dell’Inter riforniti da un contatto sicuro a San Siro per poi venderli a persone che effettuano bagarinaggio allo stadio».

C’è poi l’affare merchandising in curva.

“In curva poi si vendono le magliette dei vari gruppi ultras. Un affare sul quale Boiocchi aveva messo le mani grazie ai rapporti con il narcos Nazzareno Calajò, legato ai maggiorenti del tifo organizzato di Inter, Milan e Juve. In questo caso ne parlano nipote e figlio di Nazza, Luca e Andrea Calajò, ipotizzando, tra l’altro la necessità di ucciderlo”.

E infine l’affare più interessante, la gestione della cassa della Curva attraverso l’amministratrice della onlus.

“Il 29 novembre 2019 la donna è al telefono con tale Bruno che le chiede: “Ora tieni la contabilità agli ultras”. La donna che sta andando alla presentazione del libro per i 50 anni della Nord, risponde: “Facciamo un’associazione con quelli che non sono pregiudicati, se no non possiamo tenere l’associazione”. Sempre la donna, con tale Ivan, vicino a Boiocchi, si informa su tali conti: “Chi opera sui conti?”. A tenerli, poi, “può essere anche una impiegata che non è socia, basta delegarla””.

Boiocchi emerge anche in un robusto commercio di armi.

“Ne parla il serbo Nikolic con l’amministratrice della onlus: “Siamo andati a Vicenza da Milano con due macchine rubate piene di armi. Un rischio enorme”.

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