ilNapolista

Viaggio nella Curva Nord Inter: «Questo non è un teatro, si urla, si salta e si insulta. Boiocchi un modello» 

Sul CorSera. Cannoni di marijuana, bottigliette di whisky, tanfo di sudore. E odio verso i debosciati che guardano la partita col telefonino e se ne vanno prima della fine 

Viaggio nella Curva Nord Inter: «Questo non è un teatro, si urla, si salta e si insulta. Boiocchi un modello» 
Db 25/09/2018 - campionato di calcio serie A / Inter-Fiorentina / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: tifosi Inter curva Nord ultras

Viaggio nella Curva Nord Inter: «Questo non è un teatro, si urla, si salta e si insulta. Boiocchi un modello»

Qualche giorno fa, il Corriere della Sera raccontò il derby di Roma con un bellissimo reportage di Corrado Santucci: cocaina, bagarini e trucchi per entrare gratis. Oggi lo stesso quotidiano racconta Inter-Bologna. Il pezzo lo firma Andrea Galli. Una ricostruzione di ciò che avviene dentro e fuori lo stadio quando l’Inter gioca a San Siro.

“Partita di campionato dentro la tribù della Curva. Ebbene: se non urli devi urlare, se non salti devi saltare, se non insulti devi insultare, insomma se pensi d’essere a teatro, fratello, ci ripete infastidito ogni vicino sia egli a fianco, dietro o davanti, tornatene a casa“.

Gli ultras nerazzurri onorano il loro pluripregiudicato capo Vittorio Baiocchi, ucciso a fine ottobre. Alle spalle 26 anni di galera.

“Bisogna partecipare. Sentimento, commozione. Un comune grazie. Testa alta, mano sul cuore. Baci al cielo. «Da noi
nessuno verrà discriminato per quello che è fuori dallo stadio». Gli altri settori fischiano. Ultrà, Boiocchi… Ma basta, basta, basta. E già. Ci schifate ma tanto «siamo quelli che senza chiedere niente a nessuno fanno le coreografie che vi salvate come sfondo su computer e cellulari»”.

I cellulari, scrive il quotidiano, in Curva restano in tasca, non come negli altri settori dello stadio, dove “sono puntati sul campo per filmare la partita senza godersi la partita medesima”.

All’esterno, una volta completate le operazioni di ordine pubblico, i finanzieri si fermano alle bancarelle a mangiare un panino. I prezzi vanno dai 6 euro a salire. Attorno a loro bagarini, senegalesi che provano a piazzare braccialetti e chiedono monetine per i caffè.

“Sfrecciano dei ragazzini, impennano sulle biciclette dello sharing che mollano lanciandole come stuntman contro la recinzione saltando all’ultimo; un poliziotto racconta che sono presenze abituali, vengono dalle case popolari di San Siro, si mischiano per scippare i tifosi e pedalare via, in fuga“.

Per il match col Bologna la Questura aveva vietato striscioni e bandiere. La Curva ha obbedito.

la Curva obbedisce pur rimarcando, nel magazine, i racconti in malafede alla pirotecnica ricerca di scoop. A cosa si riferiscono? Ai post di Twitter, Instagram e Facebook relativi a Inter-Sampdoria, in contemporanea cioè con l’apprendere dell’omicidio di Boiocchi, e con la decisione di svuotare la Curva per lutto: taluni non ultrà avevano
raccontato d’esser stati picchiati, adulti oppure bimbi senza distinzione, in quanto refrattari ad andarsene…”.

Gli accertamenti delle immagini non hanno evidenziato il ricorso a sistematici pestaggi di massa.

“Qualche episodio comunque è avvenuto, ma più che altro «imputabile a un’imperfetta gestione della situazione. Ce ne scusiamo»”.

“Auto-definizione della Curva: «Siamo testuggine nella tempesta e volto fiero nell’avanzare»”.

La descrizione della Curva Nord:

Avanzano colossali cannoni di marijuana, bottigliette di whisky, un generale tanfo di sudore da un’ora di corsa al parco nonostante il freddo umido; avanza un tenace odio contro quelli del primo anello rosso, considerati dei debosciati convinti d’essere a teatro e lesti ad andarsene in anticipo, indifferentemente rispetto all’esito della partita pur di evitare il traffico al ritorno, d’altronde il milanese è sempre il milanese”.

All’uscita, i commercianti si apprestano di nuovo a rifocillare i tifosi che lasciano lo stadio, tra casse acustiche “che rimandano a volume-bomba melodie napoletane”.

Ci si sposta a Figino, quartiere di appartenenza di Vittorio Boiocchi. Il CorSera è stato anche lì. Il capo ultrà della Curva Nord era un frequentatore abituale del bar «Sahary». Ci andò anche il 29 ottobre, prima di essere ucciso. I suoi killer hanno avuto un insospettabile alleato, scrive il quotidiano: le telecamere comunali.

la maggioranza delle telecamere analizzate dagli investigatori difatti non funziona o ha prodotto filmati di penosa qualità. Una moto però è stata isolata, e alla scoperta seguono le azioni per mappare gli spostamenti cercando frame più dettagliati che permettano di identificare la marca, il modello, l’anno di immissione sul mercato, pezzi di targa nell’eventualità di un veicolo rubato”.

“Mazzi di fiori veri e finti, bandierone, sciarpe sull’asfalto della morte. Il Meazza, a cinque chilometri, rimane vicino. Con i suoi ultrà. Che han voluto così scrivere due righe del magazine: «Vittorio Boiocchi è il capo che si è preso la Curva dopo un burrascoso passato (e magari presente)»“.

 

ilnapolista © riproduzione riservata