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Papu Gomez: «Nel 2015 Ventura mi chiese se volevo giocare con l’Italia. Gli dissi di sì»

Alla Gazzetta: «La Fifa bocciò la richiesta perché quando avevo giocato con l’Argentina Under 20 non avevo la doppia cittadinanza»

Papu Gomez: «Nel 2015 Ventura mi chiese se volevo giocare con l’Italia. Gli dissi di sì»
Roma 05/05/2019 - campionato di calcio serie A / Lazio-Atalanta / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Giampiero Gasperini-Alejandro Gomez

Il Papu Gomez è stato intervistato dalla Gazzetta in occasione della finale di Europa League tra Roma e Siviglia. L’argentino è esploso all’Atalanta con Gasperini, poi la lite con il mister e il trasferimento al Siviglia.

Il Papu poteva giocare per la nazionale italiana:

«Quando ero in Qatar con la Coppa del Mondo in mano ho pensato all’Italia, e ai casi della vita, ai giri che da, assolutamente imprevedibili. Nel 2015 il ct azzurro Ventura venne a trovarmi a Zingonia e mi chiese se volevo giocare con l’Italia. Gli dissi di sì. Non gli dissi che ci avrei pensato eh? No, no, avevo accettato. Decisione presa. Poi venne fuori che quando avevo giocato con l’Argentina Under 20 (e vinto un Mondiale col mio amico Di Maria) non avevo la doppia cittadinanza, requisito necessario in caso di eventuale cambio successivo. La mia richiesta fu bocciata dalla Fifa. Se l’avessero accettata io il Mondiale del 2022 l’avrei visto in tv. E invece l’ho giocato e l’ho vinto. Incredibile».

Nonostante la lite con Gasperini, per il Papu Gomez è il miglior allenatore mai avuto:

«Gasperini è stato il migliore di tutti. Se sono ciò che sono lo devo anche a lui, perché mi ha cambiato la mentalità, mi ha reso più ambizioso. In campo è il numero uno, per come giocano le sue squadre e per il modo di trasmetterti le cose. Non abbiamo fatto pace, ma se lo dovessi incontrare oggi gli darei un grande abbraccio e riderei su tutto ciò che è successo tra noi. Il passato è passato, e il tempo cura tutto».

Il tema più importante però è la finale di Europa League:

«Difficile, chiusa. Le squadre italiane sanno difendersi, la Roma di più. Ha vinto la Conference, e ora è in finale di Europa League: i meriti sono evidenti. Tra le sue doti ha anche la furbizia, ed è brava a ripartire in contropiede. Ci lasceranno la palla, dovremo cercare di farne buon uso. E poi Mourinho lo conosciamo bene, è uno che prepara benissimo le finali: in Europa le ha vinte tutte».

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